Le pillole dimagranti potrebbero non essere le dirette responsabili del dimagrimento, ma come tanti prodotti farmaceutici potrebbero avere soltanto un effetto placebo. Ad ipotizzarlo è il dottor Igho Onakpoya, della Peninsula Medical School delle Università di Exeter e Plymouth in Gran Bretagna, che ha pubblicato sul Medical Chronicle i risultati di uno degli studi sulle vendite del settore a livello globale, con un fatturato superiore ai 13 miliardi di dollari. In Europa occidentale circa un miliardo di euro sono stati spesi per i prodotti per dimagrire da individui disperati che cercano di perdere peso.
Secondo il dottor Onakpoya, le persone che soffrono di sovrappeso e obesità credono che questi prodotti per dimagrire
siano una scorciatoia per perdere peso e possono spendere ingenti somme di denaro su di essi, ma possono finire delusi, frustrati e depressi, se le loro aspettative non sono soddisfatte nel lungo termine.
Secondo il medico, il rischio di assuefazione alla sinefrina, caffeina e altri ingredienti di queste pillole è molto alto.
Uno degli aspetti più negativi del mercato dei prodotti dimagranti è che la maggior parte dei governi non li disciplinano. Mentre i prodotti farmaceutici devono produrre innumerevoli prove di efficacia e sicurezza per essere registrati dall’Istituto Superiore della Sanità e dai suoi omologhi mondiali, molti prodotti a base di estratti di erbe venduti come super-dimagranti entrano nel mercato senza alcun controllo.
In uno studio tedesco il dottor Thomas Ellrott, dell’Istituto per la Nutrizione e Psicologia alla Göttingen Medical School in Germania, ha analizzato nove ingredienti comuni degli integratori dimagranti, chiedendosi se fossero stati in grado di far perdere peso più delle pillole placebo (pillole finte che non hanno alcun effetto fisiologico, ma possono esercitare un effetto psicologico, perché il paziente crede che funzionino).
Gli ingredienti utilizzati nello studio includevano L-carnitina, poliglucosamina, polvere di cavolo, semi di guaranà in polvere, estratto di fagiolo, estratto di Konjac, fibre in pillole, sodio alginato e estratti di piante selezionate. Un gruppo di 189 soggetti obesi o in sovrappeso di mezza età hanno avuto pacchetti di pillole placebo o uno dei nove supplementi per otto settimane. Per compensare le diete che di solito accompagnano le pillole dimagranti, i ricercatori hanno dato lo stesso consiglio dietetico a tutti i partecipanti, sotto forma di foglietto illustrativo appositamente preparato.
I soggetti che hanno usato le pillole dimagranti hanno perso tra 1 e 2 kg dopo otto settimane, mentre le persone che avevano preso le finte pillole avevano perso 1,2 kg in media. In altre parole, i risultati conseguiti nei due gruppi non differivano in modo significativo. Con la differenza però che con il placebo non si incorreva in nessun rischio di dipendenza dalle sostanze.
Ancor peggio è andato uno studio britannico, il quale analizzando gli ingredienti di nove pillole dimagranti (picolinato di cromo, Ephedra, estratto di arancio amaro, CLA (acido linoleico coniugato), gomma di guar, glucomannano, chitosano e tè verde), ha scoperto che alcuni avevano causato effetti collaterali negativi.
La conclusione a cui è arrivato Onakpoya che ha presentato i suoi dati all’XI Congresso sull’obesità di Stoccolma è che le autorità sanitarie mondiali dovrebbero attuare controlli più seri su questo genere di prodotti e che la gente dovrebbe piuttosto spendere i propri soldi per una dieta dimagrante ben bilanciata ed iscrivendosi in palestra, piuttosto che cercare delle facili scorciatoie.
[Fonte: Health24]