Il ginseng americano è un rimedio naturale efficace per combattere la Fatica Relativa al Cancro (Fatigue Reloded Cancer) durante e dopo il trattamento oncologico. Lo afferma con chiarezza uno studio scientifico pubblicato di recente sul Journal of the National Cancer Institute e realizzato dalla professoressa Debra Barton della Mayo Clinic di Rochester in collaborazione con il North Central Cancer Treatment Group. Ma veniamo ai dettagli.
La fatica è uno degli aspetti più rilevanti della malattia oncologica, soprattutto in chi si deve sottoporre a chemioterapia e radioterapia, ma purtroppo, anche dopo il periodo di cura intensivo, la stanchezza rimane, alterando notevolmente la qualità della vita dei pazienti. Attualmente non esistono studi scientifici che testimoniano come farmaci o integratori possano efficacemente tenere sotto controllo la fatica relativa al cancro, sul breve e lungo termine: questa ricerca è quindi particolarmente importante.
Per dovere di cronaca, l’analisi non riguarda il comune ginseng, ma il Panax quinquefolius, noto anche come Wisconsin Ginseng o Ginseng americano, che è piuttosto diverso da quello asiatico per coltura e proprietà.
Lo studio scientifico è stato effettuato su 340 pazienti oncologici, dopo il trattamento chemioterapico/ radioterapico ed in corso, provenienti da 40 diversi Centri. Il 60% dei volontari aveva una diagnosi di tumore al seno. L’analisi è stata condotta in doppio cieco ed ha previsto la somministrazione di placebo o di 2.000 mg di ginseng al giorno (dose molto alta). Il tutto è stato valutato secondo punteggi standard di riferimento per l’affaticamento da cancro a 0, 4 e 8 settimane di terapia.
Il tutto è nato da un preciso antefatto: la fatica nei pazienti oncologici è correlata ad un aumento delle citochine infiammatorie del sistema immunitario ed a livelli scarsamente regolamentati di cortisolo, l’ormone dello stress. I principi attivi del Ginseng americano, chiamati ginsenosidi, hanno dimostrato di ridurre le citochine correlate all’infiammazione e di regolare i livelli di cortisolo.
Il lavoro ha dimostrato come effettivamente questo integratore abbia favorito un miglioramento imponente dei sintomi da affaticamento anche dopo i due mesi di terapia ed in coloro che avevano già smesso la chemio o la radio. Il tutto senza effetti collaterali clinicamente rilevanti e comunque non diversi da chi aveva assunto placebo.
Considerato che dopo le terapie oncologiche questa condizione di stanchezza estrema ed invalidante può durare anche 10 anni, il passo successivo della ricerca sarà quello di valutare l’efficacia del ginseng su questo lungo lasso di tempo.
Attenzione a non correre in farmacia a comprare il ginseng: anche gli integratori possono avere effetti collaterali: alcuni possono contenere estrogeni, ad esempio, non propriamente ottimali per chi ha un tumore al seno. In Italia inoltre esiste un solo prodotto a base di ginseng americano, venduto in farmacia ed è l’euquinax. Ma è sempre opportuno chiedere al proprio oncologo.
Tale studio conduce alle stesse conclusioni di un lavoro effettuato con l’euquinaz su 35 pazienti dal professor Umberto Tirelli in sperimentazione all’uso di questo integratore per combattere la Sindrome da affaticamento cronico.
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