L’esistenza del punto G, ovvero la zona erogena femminile per eccellenza (situata sulla mucosa della parte anteriore della vagina a circa tre centimetri dal suo ingresso è a ridosso della parte posteriore dell’uretra) fu certificata nel febbraio del 2008, dal prof. Emmanuele Jannini che lo fotografò con un’ecografia transvaginale. Ecco perché fa notizia, oggi, uno studio pubblicato sul journal of Sexual Medicine dal team del King’s College di Londra che considera il punto G «un’mmaginazìone delle donne, incoraggiata dai terapisti sessuali».
Il nemico del punto G è Tim Spector, co-autore dello studio che ha intervistato 1800 gemelle rilevando che le monozigote (e eterozigote) non sono simili per quanto concerne il fatidico punto esogeno.
«Se in una gemella questo punto esiste – è alla base dello studio – esisterà allo stesso modo in sua sorella, identica e con lo stesso patrimonio genetico».
Ma questo, afferma Spector, non è emerso. Ecco, il punto G è una bufala.
«Glielo avevo detto a Tim Spector che il metodo da lui utilizzato non era adatto. Ma è andato avanti lo stesso, credo sostanzialmente per farsi pubblicità»
commenta invece il prof Jannini che insegna sessuologia medica all’Università e dell’Aquila. Perché lo studio basato sulle gemelle non funziona?
«Perché le gemelle hanno vissuti diversi, esperienze sessuali differenti. Lo studio di Spector sarebbe valido se le gemelle avessero condiviso anche gli stessi partner sessuali».
Dunque questo significa che il punto G va scoperto?
«Infatti, il punto G è su base anatomica ma anche funzionale, la sua scoperta si basa sull’esperienza. Molte donne non sanno neanche di averlo il punto G, semplicemente perché nel corso del tempo non hanno trovato la chiave per sperimentarlo. O più semplicemente un partner che l’abbia aiutate a trovarlo»
Ma che origine ha il punto G?
«Non lo, sappiamo con certezza. Potrebbe avere un’origine genetica oppure ormonale, ciò confermerebbe la diversità che può sussistere anche tra gemelle. Questo a maggior ragione considerando che il clitoride è tra gli organi più sensibili al testosterone».
Tutte le donne sono munite di punto G?
«Non tutte. E non mi chieda le percentuali. Non le sappiamo ancora…»