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Sperimentato il “pillolo”, anticoncezionale maschile che funziona nel 99% dei casi

Già da qualche anno nel mondo scientifico si parla del cosiddetto “pillolo“, cioè il corrispettivo maschile della pillola anticoncezionale che da decenni è disponibile per le donne. Per rendere più democratica l’attività sessuale, da molto tempo si cerca di non far pesare soltanto sulla donna l’onere di ricordarsi di prendere la pillola per evitare le gravidanze, e si cerca di trovare una maniera per bloccarle alla base, sull’uomo.

In Cina pare abbiano trovato una soluzione. In realtà non si tratta di una pillola, ma di una normale puntura sul sedere, una sorta di vaccino contro la paternità. Gli scienziati del Centro ricerche per la Pianificazione familiare di Pechino, che da decine di anni stanno combattendo contro la “piaga” della riproduzione cinese, visto che la legiferazione che permette un solo figlio per coppia non funziona, ha trovato il metodo di iniettare nel corpo maschile del testosterone in grado di bloccare la produzione dello sperma.

L’esperimento si è svolto su 1000 volontari tra i 20 e i 45 anni che non presentavano problemi di riproduzione, visto che tutti avevano avuto almeno un figlio. Ad essi veniva fatta questa terapia a base di iniezioni di testosterone e, quando erano pronti, potevano fare l’amore con le loro compagne, anche loro visitate e trovate in ottima forma.

A due anni dall’inizio dell’esperimento, solo l’1% degli uomini presi in esame aveva avuto un figlio, il che rende questo pillolo l’anticoncenzionale migliore al mondo. Se la sicurezza è al 99%, significa che è anche superiore (di poco) al preservativo e alla pillola femminile, e di molto rispetto alla vasectomia e al coito interrotto. Gli unici effetti collaterali registrati finora sono stati soltanto uno sfogo di acne, che va via nel giro di qualche settimana, ma la cosa importante è che, se si smette la terapia, nell’arco di 6 mesi la produzione dello sperma riprende regolare ed è possibile la riproduzione.

Ulteriori test sono allo studio, ma secondo i ricercatori, se tutto andrà bene, entro 5 anni questo medicinale sarà disponibile sul mercato. La ricerca è stata pubblicata sul Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism.

[Fonte: Repubblica]