Sono sempre più numerose le coppie italiane che, per coronare il desiderio di avere un figlio sottoponendosi a trattamenti di fecondazione assistita, decidono di varcare i confini. Secondo la quarta indagine dell’Osservatorio sul turismo procreativo, nel 2011 più di 2 mila coppie sono andate all’estero per la fecondazione eterologa, che prevede il ricorso a un donatore esterno alla coppia ed è vietata nel nostro Paese, ma altrettante per ottenere trattamenti che possono essere eseguiti anche in Italia.
Gli aspiranti mamme e papà, infatti, in attesa della pronuncia della Corte Costituzione sul divieto di fecondazione eterologa (legge 40) prevista per fine maggio, volano verso Spagna (950 pazienti italiani), Svizzera (630 pazienti italiani), Repubblica Ceca (204 pazienti italiani), soprattutto per ricevere questo genere di trattamento. Tuttavia, sono tante anche le coppie italiane che decidono di fare la valigia per sottoporsi a trattamenti di procreazione assistita permessi dalla legge 40, come ad esempio il congelamento degli embrioni o la diagnosi genetica pre-impianto.
Secondo l’analisi dell’Osservatorio sul turismo procreativo, ciò che spinge le coppie ad andare all’estero è principalmente la confusione sulla legge 40. Le diverse sentenze, infatti, che si sono ripetute nel tempo, non hanno permesso un flusso di informazioni tali da garantire ai pazienti la possibilità di scegliere in modo informato. Inoltre, è emersa anche una certa mancanza di fiducia verso i centri italiani, meno disponibili e visibili di quelli stranieri.
Anche il fattore costo ha il suo peso nella scelta. Le cliniche dell’Est Europa, infatti, hanno prezzi mediamente inferiori rispetto a quelli degli altri paesi europei. A giocare un ruolo determinate, quando si tratta di decidere a quale centro rivolgersi, è il passaparola, ma non sempre basarsi sulle informazioni riportate da altri, si rivela la scelta più giusta, poiché dietro molte recensioni positive, come sottolinea il presidente dell’Osservatorio Borini, si nasconde parecchia pubblicità, ed è importante sapersi orientare nel mare magnum delle informazioni che si possono ricevere.
Via| Osservatorio sul turismo procreativo; Photo Credits|ThinkStock