Lo spotting è un termine utilizzato ormai comunemente anche in italiano per indicare nelle donne una leggera emorragia simile alle mestruazioni o piccole perdite marroni, in un periodo in cui non sarebbero previste. Non è un termine scientifico, e quindi non implica specifiche cause e situazioni: può essere caratterizzato da sangue rosso vivo come da microscopiche macchioline scure, durare alcuni giorni o poche ore, essere ricorrente o meno.
In quali casi si manifesta lo spotting?
Lo spotting si può manifestare tra un ciclo e l’altro, immediatamente prima di una mestruazione o dopo, ed anche in gravidanza, il che mette sempre in notevole ansia le donne che ne vengono colpite, timorose di avere un aborto spontaneo in corso. In realtà nella maggior parte dei casi tutto si risolve per il meglio. L’importante è tenere presente che si tratta di un sintomo, di un campanello di allarme che il nostro organismo ci da e che non va trascurato.
Lo spotting (o perdite di sangue) in gravidanza
Lo spotting può essere anche il sintomo di una gravidanza appena iniziata: a volte infatti si verifica quando l’ovulo fecondato va ad impiantarsi nell’utero, ovvero circa 4-5 giorni dopo il rapporto sessuale non protetto. Questo perché la parete uterina è rivestita di sangue necessaria allo sviluppo del bambino e può capitare che al momento dell’impianto ne fuoriesca una minima parte. In genere si tratta di macchioline, mai di un flusso abbondante. Non è comunque un fenomeno frequente. Più comune invece un leggero spotting in tutti i primi mesi di gravidanza nel periodo in cui si sarebbe dovuto manifestare il ciclo mestruale (sono gli ormoni a provocarlo). Non va escluso il caso di aborto spontaneo però e neppure una gravidanza extrauterina, ecco perché in qualunque caso, è importante sempre rivolgersi al proprio medico ginecologo.
Lo spotting tra una mestruazione e l’altra
Anche tra un ciclo mestruale e l’altro si possono verificare delle perdite di sangue più o meno abbondanti. Può dipendere da mestruazioni irregolari, da un’irritazione sulla cervice uterina, da un rapporto sessuale, può essere il sintomo di fibromi o polipi cervicali, di una infezione vaginale o cervicale o in casi rari alcune patologie, come il morbo di Von Willebrand, che rende difficile la coagulazione del sangue. In tutti i casi è opportuno parlarne con il proprio ginecologo di fiducia per escludere i casi più gravi come il sospetto di un tumore e trovare una terapia adeguata.
Foto: Thinkstock