Dopo lo scandalo della tbc, una nuova indagine si abbatte sul Policlinico Gemelli. Questa volta però, dopo solamente due settimane di indagini, si hanno i nomi dei primi indagati. Le indagini riguardano una situazione al quanto strana capitata, ad una giovane mamma. La donna si era recata in ospedale per dei controlli di routine viste le sue condizioni di salute, la donna era incinta. I medici non hanno disposto il ricovero della donna, nonostante le condizioni, a dire della donna, lo richiedessero.
errori medici
Errori medici in sala operatoria: spiegarlo ai familiari serve?
Sbagliare è umano, ma quando questo accade in ospedale, sopratutto all’interno di una sala operatoria, l’errore viene fuori in tutta la sua tragicità. Comunicare ai familiari un errore medico che comporta conseguenze per la vita delle persone care non sempre è cosa facile, il più delle volte il timore di azioni legali porta il medico a celare dietro un velo d’omertà il proprio sbaglio. Sembra però che una corretta comunicazione dei fatti ridurrebbe i rischi di denunce. E’ ciò che è emerso da un indagine presentata durante il recente congresso nazionale dell’Associazione chirurghi ospedalieri italiani (Acoi) in cui è stata dedicata un’apposita sessione alla comunicazione fra chirurgo e paziente in caso di errori. Per questo tipo di inconvenienti esistono delle direttive ministeriali, ma di fatto, purtroppo, ognuno si gestisce a modo suo.
Medici, prima diagnosi spesso è sbagliata
Le dichiarazioni di Gordon Caldwell, un medico consulente del Worthing Hospital nel West Sussex, pubblicate sull’autorevole rivista British Medical Journal, sono di quelle destinate a far discutere. Caldwell sostiene infatti che spesso la prima diagnosi fatta dai medici è sbagliata.
Personalmente ho sempre avuto molto rispetto per il camice bianco, e pur sapendo che, in quanto esseri umani, possono sbagliare e che a volte è meglio chiedere un secondo consulto, ho estrema fiducia nella professionalità della categoria. Tuttavia, queste dichiarazioni lasciano un po’ allibiti. Caldwell è convinto, infatti, che la colpa di diagnosi sbagliate sia dovuta principalmente alla mancanza di tempo:
i medici non hanno abbastanza tempo per fare diagnosi corrette sui pazienti e alcuni possono essere danneggiati o addirittura morire perché i loro veri problemi non vengono individuati tempestivamente.