Giornata Mondiale dell’Alzheimer il 21 settembre

Il prossimo 21 settembre si celebra la Giornata Mondiale dell’Alzheimer. Un giorno importante nel quale attirare l’attenzione su questa grave malattia neurologica affinché anche coloro che non la conoscono possano capire immediatamente quante e quali possono essere le conseguenze di una simile patologia.

Willy, l’uomo dalla memoria di 90 minuti

Willy, l’uomo dalla memoria di 90 minuti. Purtroppo è effettivamente questa la sua durata e come abbiamo visto accadere in un certo filone di film cinematografici, anche lui ha bisogno di foto ed appunti per ricordare la sua giornata. Si tratta di un caso straordinario nella letteratura medica.

La chemioterapia ha effetti sul cervello

La chemioterapia ha effetto anche sul cervello, non solo sul cancro. Essa è rea di apportare, tra i suoi effetti collaterali, alcune modifiche a livello fisiologico. E’ questo il risultato di uno studio condotto dall’UCLA, l’Università della California a Los Angeles.

Alzheimer, combattiamolo…dormendo

Un nuovo studio effettuato presso la University School of Medicine di St. Louis ha dimostrato come dormire a sufficienza possa ritardare e rallentare gli effetti del morbo di Alzheimer. Secondo il capo ricercatore, Yo-El Ju, l’idea alla base di questa teoria è talmente semplice che in un certo senso l’abbiamo sempre avuta davanti agli occhi. Il problema principale del morbo di Alzheimer è la perdita di memoria, prima a breve termine e poi a lungo termine. Ma quale metodo migliore esiste per fissare la memoria del sonno?

Ictus, cali di memoria segnale d’allarme

Improvvisi e ricorrenti problemi di memoria? Attenzione, un ictus potrebbe presto bussare alla vostra porta. Ovviamente non dovete preoccuparvi se dalla stanchezza dimenticate dove avete poggiato le chiavi dell’auto . Ma dovete fare attenzione alla frequenza con la quale dimenticate le cose ed alla “grandezza” dell’ amnesia: se si tratta di un problema che si ripete da un po’, è bene verificare lo stato di salute del vostro apparato cardiocircolatorio.

L’inquinamento danneggia il cervello

Essere esposti ad inquinamento autostradale può causare danni cerebrali nei topi simili alla perdita di memoria e al morbo di Alzheimer, affermano i ricercatori Usa dell’Università della Sud California. Non è di certo una novità, visto che già in passato avevamo dimostrato come l’inquinamento potesse incidere sulle malattie cardiache e polmonari, specialmente nei più piccoli. Semmai la sorpresa proviene dal fatto che possa agire persino a livello neuronale.

Gli scienziati hanno ricreato le sostanze inquinanti disperse nell’aria che provengono dalla combustione di combustibili fossili e dall’erosione delle parti di automobili e dei marciapiedi, in un ambiente abitato da topi esposti all’aria inquinata per 15 ore settimanali per 10 settimane, ricreando così un habitat cittadino di una grande città e simulando le condizioni di vita di un essere umano medio.

Internet ci fa perdere la memoria e ci rende pigri

Non bastava la depressione, i problemi fisici come quelli agli occhi o posturali, e le altre mille problematiche sollevate dai pensatori di tutto il mondo. Ora si aggiunge una nuova patologia all’uso smodato di internet: la perdita di memoria.

A stabilirlo è Nicholas Carr, scrittore di fama mondiale che ha sempre trattato la tecnologia digitale “con i guanti”, e ha da sempre portato alla luce delle problematiche che riguardavano il rapporto società-nuove tecnologie, anche con un buon seguito. La tesi di Carr è, in breve, che internet ci porta ad avere una vita “troppo comoda”, fatta di links e materiale immediato, tanto da farci disabituare a pensare, e soprattutto a ricordare, dato che tutto ciò di cui abbiamo bisogno è raggiungibile con un click.

Le infezioni accelerano il processo dell’Alzheimer

Beccarsi un raffreddore o qualsiasi altra infezione potrebbe causare maggiore perdita di memoria nelle persone con il morbo di Alzheimer. Lo spiega un nuovo studio dell’Università di Southampton pubblicato sulla rivista Neurology.

L’Alzheimer è una forma di demenza in genere diagnosticata dopo i 65 anni. Mentre i sintomi possono essere i più disparati, sicuramente il più familiare è la perdita di memoria. In un primo momento, i vuoti di memoria sono lievi, come dimenticarsi di un fatto recente o la difficoltà ad apprendere nuove informazioni; ma a poco a poco la malattia progredisce in modo che si perdono i vecchi ricordi e si hanno sempre più difficoltà a parlare. I meccanismi biologici che causano la malattia e la peggiorano non sono ancora ben compresi, ma la nuova ricerca suggerisce che le infezioni potrebbero velocizzare la progressione.

Gli scienziati sanno da tempo che le persone che hanno contratto le infezioni acute possono sperimentare una grave perdita di memoria temporanea, ciò che è noto come “delirio” o “delirium”, e che i malati di Alzheimer sono particolarmente sensibili ai deliri dopo una malattia. Ma il nuovo lavoro analizza l’impatto al di là di questo tipo di perdita di memoria temporanea.