Gli antidepressivi sono dei farmaci che servono per curare la depressione nelle sue forme più importanti e vanno prescritte da medici specializzati in psichiatria. Negli Stati Uniti questa prassi sembra si stia dimenticando. Sono in aumento le vendite di tali medicinali, soprattutto per sintomi non riconducibili alla depressione o altre malattie mentali. L’allarme arriva da una ricerca scientifica pubblicata sulla rivista Health Affairs e condotta dal dott. Ramin Mojatabai psichiatra della Johns Hopkins University.
Lo studioso ha scoperto che le prescrizioni da parte di medici non specializzati in psichiatria sono raddoppiate nell’arco di un decennio (per essere precisi si è passati dal 4 al 9 % di tale modalità), ma soprattutto che tali farmaci sono stati indicati per pazienti privi di una diagnosi riconducibile alle effettive indicazioni terapeutiche dell’antidepressivo! Sono stati analizzati i dati provenienti dalle indagini annuali dei Centri per il Controllo delle Malattie e la Prevenzione, relativi a 233.144 pazienti adulti che hanno fatto visite mediche tra il 1996 e il 2007.
Ne è emerso tra l’altro che le prescrizioni di antidepressivi sono avvenute anche per persone che lamentavano nervosismo, disfunzioni sessuali, disturbi del sonno ed addirittura per smettere di fumare! Stiamo parlando di Prozac, Lexapro e Paxil, che negli States rappresentano in assoluto il terzo gruppo di farmaci più prescritti.
“Anche se questi medicinali non hanno nell’immediato grandi effetti collaterali, possono però manifestarsi pericolosi disturbi a lungo termine: occorre dunque che sia i consumatori di antidepressivi che i medici prescrittori siano adeguatamente informati circa i potenziali rischi di tali medicinali”, ha spiegato l’autore dello studio.
Questo dipende in gran parte dal fatto che sta diminuendo lo stigma nei confronti delle malattie mentali ed in particolare dei farmaci antidepressivi, una cosa positiva, ma che può avere conseguenze molto pericolose: non si conoscono, perché non adeguatamente indagati, gli effetti a lungo termine di tali sostanze, anche se si ha la consapevolezza che possano creare dipendenza ed anche crisi d’astinenza, mentre sembra quasi certo anche un legame con lo sviluppo del diabete. Insomma, come sempre, occorre valutare nell’utilizzo dei medicinali il rapporto rischio-beneficio.
Chi soffre di depressione deve necessariamente curarsi con questi medicinali, ma per combattere lo stress quotidiano di sicuro esistono altri rimedi, anche non necessariamente farmacologici (yoga, meditazione, sedute psicoterapiche, rimedi omeopatici, ecc).
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[Fonte: health affairs]