E’ una credenza piuttosto diffusa che un evento stressante durante la gravidanza come uno spavento improvviso o un attacco d’ira possono indurre un aborto spontaneo o causare gravi problemi al nascituro. Sebbene gli esperti la ritengano una convinzione erronea che si tramanda di generazione in generazione, sembra siano molte le donne a crederci ancora oggi. Almeno questo avviene negli Stati Uniti secondo quanto rilevato su un campione di donne intervistate all’Ohio State University.
Eventi stressanti che possono verificarsi quotidianamente come vedere qualcosa che ci impressiona profondamente (ad esempio disgustandoci), non sono in grado di provocare un’interruzione spontanea della gravidanza o indurre malformazioni fetali. Eventi legati piuttosto ad anomalie cromosomiche o a patologie della madre. Può invece verificarsi una nascita prematura quando la mamma è esposta a un periodo prolungato di stress.
Quello che è invece ampiamente dimostrato, grazie ai progressi della Psiconeuroendocrinoimmunologia , è che a giovare allo stato di salute della madre e, di conseguenza, del bambino, sono le emozioni positive che stimolano la produzione di endorfine, ormoni presenti nell’organismo quando sperimentiamo una sensazione di benessere e rilassatezza. E’ di fondamentale importanza quindi che la futura madre resti serena per tutta la durata della gravidanza. A nuocerle di più sono infatti gli stati d’ansia persistenti e prolungati, la tensione emotiva e le preoccupazioni spesso futili che nutre durante questo delicato periodo dell’esistenza.
Numerosi studi hanno infatti dimostrato che il bambino è perfettamente in grado di percepire gli stati d’animo della madre e reagire ad essi come a tutta una molteplicità di stimoli esterni della quale la madre rappresenta il veicolo di trasmissione. Per questo è fondamentale assumere sin dall’inizio della gravidanza comportamenti che trasmettano al bimbo sentimenti di accoglimento e amore che faranno parte del suo bagaglio emotivo una volta venuto al mondo. Anche il futuro padre deve essere partecipe in questa fase che rappresenta un vero e proprio processo di preparazione del nascituro alla vita. Anche il papà si ponga quindi in uno stato d’attesa, atteggiamento questo che aiuterà la propria compagna a mantenersi più serena durante la gestazione.