Uno chef di 43 anni di New York, Thomas Pallozzi-Haynes, era patologicamente obeso e vicino alla disperazione. Mentre il suo aumento di peso iniziale era stato innescato dal diabete di tipo 2, si è presto ritrovato in un ciclo infinito di diete fallite e aumento di peso che lo hanno portato ad ingrassare di 124 kg.
Recarsi al lavoro era diventato un’agonia a causa del mal di schiena e dei crampi intestinali dovuti al suo farmaco per il diabete. Come molte persone in sovrappeso, conduceva una sfida quotidiana contro i commenti delle altre persone, e alla fine ha lottato per camminare, dormire e persino respirare correttamente.
La mia più grande paura era che qualcosa mi sarebbe successo. Come potrei prendermi cura di mia moglie e mio figlio?
Così un giorno prese una decisione: ispirato da un documentario televisivo sulla chirurgia di bypass gastrico, progettato per limitare fisicamente la quantità di cibo che lo stomaco può contenere e limitare l’assorbimento intestinale delle sostanze nutritive, il 17 aprile Pallozzi-Haynes ha firmato per l’operazione. In ambulatorio si chiude la maggior parte dello stomaco, lasciando solo una sacca delle dimensioni di una noce per ricevere il cibo. L’obiettivo è tagliare drasticamente l’assunzione delle calorie, ma ecco la cosa strana: l’operazione ha avuto molto più successo di quanto ci si potesse aspettare.
Anche se non possono più mangiare tanto, le persone che hanno subito interventi chirurgici non sono costantemente voraci, in netto contrasto con quelle diete che si basano sulla forza di volontà. Sembra che l’intestino secerna ormoni che normalmente ci fanno sentire la fame o la sazietà, ma la chirurgia li bypassa, facendo produrre solo quelli che ci fanno sentire pieni.
In realtà, stiamo cominciando a renderci conto che l’intestino ha un ruolo maggiore nell’appetito e nella regolamentazione dello zucchero nel sangue di quanto si pensasse. Diversi gruppi stanno cercando di sviluppare farmaci che permettono alle persone di ottenere gli effetti di un intervento chirurgico, senza dover subire alcuna operazione. Questo viene chiamato “bypass medico“.
La chirurgia contro l’obesità, o la chirurgia bariatrica, sta diventando sempre più comune, con una stima di 200.000 procedure svolte negli Stati Uniti nello scorso anno. Una cura sempre più comune, ma mai completametne sicura. La possibilità di morire durante o subito dopo l’intervento chirurgico è di circa lo 0,5%, mentre spesso può ridurre l’aspettativa di vita di 13 anni.
Ci sono vari tipi di chirurgia dell’obesità. Il più semplice è ridurre le dimensioni dello stomaco, per esempio con una banda gastrica, un anello di silicone regolabile che circonda la parte superiore dell’organo. La procedura più radicale riduce chirurgicamente la dimensione dello stomaco e collega l’uscita direttamente nell’ileo. Questo comporta un alto rischio di malnutrizione e di altre complicazioni, e ora è fatta solo di rado. La procedura più comune rientra tra questi due estremi. Conosciuta come bypass gastrico, combina la riduzione dello stomaco chirurgicamente aggirando solo il primo tratto dell’intestino tenue. Questo è ciò che Pallozzi-Haynes subito.
Il bypass gastrico non è semplice. Nel primi giorni dopo l’operazione, tutti i pazienti possono solo bere liquidi. Per diverse settimane hanno la necessità di attenersi a piccole porzioni di alimenti disciolti. Col passare del tempo, possono cominciare a mangiare una dieta più varia, anche se alcuni alimenti, come la bistecca, saranno sempre difficili da digerire. E nemmeno con le altre procedure la vita diventa così semplice.
Quattro mesi dopo Pallozzi-Haynes ha perso 34 kg e il suo peso è ancora in calo. Ha visto la sua pressione sanguigna ed i livelli di colesterolo calare verso la zona sana e, soprattutto, non ha più bisogno di prendere alcun farmaco per il diabete. Ma ne vale la pena correre il rischio? La decisione la lasciamo a voi, e al vostro medico.
[Fonte: Newscientist]