Quando si parla di cura dei tumori, nella maggior parte dei casi si parla di radioterapia e chemioterapia. Ma in pochi conoscono un nuovo metodo, considerato più rapido e sicuro, che da qualche anno viene utilizzato in varie parti del mondo, ed in minima parte anche in Italia: la brachiterapia. Questa nuova tecnica è in grado di ridurre drasticamente il periodo della terapia ed ha una funzione molto importante: mantiene più in sicurezza gli organi.
Venerdì 7 maggio si è tenuto a Roma il primo convegno sulla brachiterapia che, all’Università Cattolica del Sacro Cuore, ha riunito diversi specialisti nella lotta contro il cancro provenienti da ogni parte del mondo per fare il punto della situazione ed avviare un progetto di diffusione della conoscenza attraverso il programma “Perché la vita va vissuta“. L’intenzione è di rendere note ad un pubblico più vasto le potenzialità di questa nuova terapia e i suoi vantaggi rispetto alle altre, mettendo a disposizione di chiunque voglia un consulto o informazioni aggiuntive, un nuovo sito internet, www.aboutbrachytherapy.com, in cui i pazienti possono prendere decisioni consapevoli prima di decidere a quale trattamento sottoporsi.
I vantaggi sono riassunti dal professor Vincenzo Valentini, dirigente medico delle Unità Operative Complesse dell’Università romana:
L’obiettivo di questa terapia, oltre alla cura del paziente, è preservarne gli organi e le funzioni. Con la brachiterapia, la qualità della vita del paziente viene preservata.
Inoltre comporta tempi molto ridotti e minore esposizione alle radiazioni, rispetto agli altri metodi.
Per poter fare un confronto, basti pensare che con la radioterapia a fasci esterni (EBRT), un paziente deve sottoporsi ad almeno 7 settimane di terapia; con la brachiterapia le sedute si riducono ad appena uno o due giorni. Questo è dovuto al fatto che, utilizzando una quantità enormemente inferiore di radiazioni, la capacità di esposizione del paziente aumenta, permettendo così un’esposizione più ravvicinata alle sedute rispetto alla radioterapia che ha bisogno di un arco temporale più ampio.
Altro punto di forza è la precisione con cui le radiazioni vengono inviate, puntando direttamente sul tumore, senza mettere a rischio gli altri tessuti ed organi che si trovano vicino alla zona colpita ma che sono perfettamente sani. In questo modo gli effetti collaterali sono ridotti davvero al minimo.