Vi capita spesso di “sorprendere” vostro figlio parlare da solo ad alta voce o col suo giocattolo preferito? Niente paura, probabilmente ha un amico immaginario, non c’è nulla di cui preoccuparsi, anzi: l’invenzione da parte dei piccoli di un amichetto immaginario, invisibile o identificato col proprio giocattolo preferito, un pupazzo, una bambola, un peluche, non solo è segno di creatività, ma rappresenta una vera e propria palestra entro la quale il bambino apprende a sviluppare e mettere in pratica le proprie nascenti abilità sociali. Il bambino gioca, litiga, parla, scambia informazioni sul mondo col suo amico ed impara così a muoversi nelle situazioni che la realtà gli porrà di fronte. Esistono numerosi studi che hanno analizzato il ruolo dell’amico immaginario nello sviluppo psicofisico e tutti rassicurano i genitori: non dovete affatto preoccuparvi della sua presenza nella vita di vostro figlio e nella vostra, anzi ascoltare il vostro bambino mentre interagisce con il prodotto della propria fantasia può offrirvi un punto di vista differente su di lui insegnandovi a conoscerlo meglio.
Fra tutti gli studi esistenti vogliamo parlarvi di quello della psicologa statunitense Marjorie Taylor, che, in collaborazione con la collega Stephanie Carlson, ha condotto uno studio su bambini dai tre ai sette anni che avevano un amico immaginario: la Taylor ha concluso che i bambini con un amico immaginario hanno capacità comunicative e relazionali più spiccate degli altri rilevando come i bambini più grandi (di circa sette anni) hanno amici immaginari invisibili, mentre i più piccoli hanno amici immaginari che identificano con i loro giocattoli preferiti. Nella maggior parte dei casi i bambini tengono celata questa loro amicizia ai genitori, ma spesso li coinvolgono pretendendo che l’amico immaginario entri a far parte della loro quotidianità. In questo caso non è un male assecondarli mostrando di accettare il loro piccolo amico che presto andrà via, all’improvviso così come è arrivato. Sarà il bambino a porre fine a questa amicizia immaginaria collocando il proprio amico in qualche luogo della propria fantasia, ma comunque al sicuro. Allora se vostro figlio ha un amico immaginario accoglietelo con tenerezza, entrambi ve ne saranno grati.