Nei giorni scorsi vi abbiamo parlato dell’anisakis, un parassita che si trasmette all’uomo mangiando pesce crudo non adeguatamente trattato. I rischi per la salute sono essenzialmente di tipo gastrointestinale, ma in alcuni casi possono manifestarsi anche sintomi che con l’intestino non hanno nulla a che fare. Stiamo parlando di rarissime forme extra intestinali e di ben più comuni reazioni allergiche. Ci spiega il tutto il dott. Mario Francesco Iasevoli, Medico Chirurgo dell’Unità Operativa Complessa – Endocrinologia del II Policlinico di Napoli:
“Le forme extra gastrointestinali sono molto rare e causate dalla migrazione del parassita anisakis nel peritoneo (con peritonite), nella pleura (con pleurite), al fegato (con epatite) e nel tessuto sottocutaneo. Le forme allergiche, invece, sono molto comuni, soprattutto in paesi dove il parassita non è ubiquitario e nei turisti che vanno in Giappone (dove un tempo l’anisakis era relegato ed è molto diffuso ndr).
Queste si manifestano a poche ore dall’ingestione del cibo contaminato e le forme variano da una semplice orticaria con macchie rosse sulla pelle e prurito (le più frequenti) all’angioedema con gonfiore diffuso, passando per l’edema della glottide che può causare difficoltà respiratorie fino alla morte e per lo shock anafilattico (benché rarissimo). Inoltre, se il parassita cronicizza può causare forme di asma allergico resistente ai cortisonici ed ai broncodilatatori. Le forme allergiche vengono diagnosticate attraverso un’attenta anamnesi, la ricerca delle IgE specifiche antianisakis ed , inoltre, con test cutanei tipo prick test.
La terapia mira all’individuazione del parassita e alla sua eliminazione endoscopica. Se ciò non è possibile ha una buona efficacia la terapia con albendazolo. In conclusione posso affermare che in percentuale l’anisakis non costituisce un grosso problema sanitario essendo le forme croniche complicate, le forme extra gastrointestinale e le forme allergiche a rischio di complicanze un numero minore rispetto alle forme asintomatiche o a quelle che determinano una banale gastroenterite.
Il consiglio ideale sarebbe evitare il pesce poco cotto o crudo e le conserve marinate, ma se proprio non riuscite a farne a meno accertatevi che il pesce che comprate o mangiate sia etichettato con provenienza, data di pescaggio e che abbia seguito le normative CEE sul trattamento e conservazione”.