Come abbiamo già avuto modo di spiegarvi in relazione ad esempio alle tossine cancerogene che si sviluppano dalla carne abbrustolita, la cottura degli alimenti in relazione alla tipologia di cibo è molto importante. Ma non bisogna criminalizzare le bistecche alla brace: troppo spesso facciamo uso anche di verdure arrostite, come le melanzane, il radicchio o le zucchine! Affrontiamo oggi un altro capitolo di prevenzione alimentare, sempre con l’ausilio della dottoressa Maria Assunta Coppola biotecnologa e nutrizionista che ci spiega cosa sono le “nitrosammine” (altre sostanze pericolose che si sviluppano negli alimenti) e soprattutto come evitarle.
“Le nitrosammine sono composti organici che si ottengono per reazione dei nitriti con una molecola (nitrato) presente all’interno di strutture proteiche (carne, pesce, formaggi). Il problema delle nitrosammine è legato alla presenza di nitrato quale componente naturale degli alimenti (che si trasforma in nitrito già a livello della bocca per azione delle ghiandole salivari) e all’uso di nitrito utilizzato quale conservante alimentare, fertilizzanti naturali o chimici: tali nitriti trovano le condizioni ottimali per produrre N-nitrosammine all’interno dello stomaco o tramite trattamenti di cottura quali la frittura o l’arrostitura.
Lo studio di queste sostanze è molto importante in ambito tossicologico essendo il 90% delle N-nitrosammine cancerogene. Le legge italiana fissa i limiti massimi di nitrito ammissibile in 150 mg per Kg di prodotto, concentrazioni che hanno dimostrato essere esenti da potenziali effetti nocivi a carico della salute dell’uomo (quindi tranquilli!!!!).
D’altra parte, l’assunzione di tali nitriti attraverso questi alimenti è fondamentale per impedire il moltiplicarsi di microrganismi potenzialmente letali quali il Clostridium Botulinum. Non vanno dunque eliminati dall’alimentazione.”
Ma allora come difendersi? Occorre evitare la carne?
“È stato dimostrato che la vitamina C (acido ascorbico) e la vitamina E (alfa-tocoferolo) sono capaci di inibire la conversione di queste molecole (nitriti) in nitrosammine, trasformandole anzi in ossido nitrico, fondamentale per processi importanti, come la vasodilatazione ed il controllo dell’aggregazione piastrinica, dunque con un effetto antitrombotico. Non vanno evitate le carni, ma gli alimenti a maggior contenuto di nitrati (insaccati, carni in scatola, salumi e a volte i prodotti caseari e nei pesci marinati), affumicati, fritti. I nitrati sono presenti anche in alimenti di origine vegetale, specie a causa dei fertilizzanti”.
Speriamo di non avervi creato troppo panico! La dott.ssa Coppola ci ha illustrato l’effetto chimico cancerogeno di sostanze che si trasformano in seguito ad alcuni tipi di cottura e conservazione di cibi: ecco perché bisogna evitare di mangiare quotidianamente carne bruciata e fritture! Per il resto tutto si basa sull’equilibrio nutrizionale. Torneremo su queste tematiche, nel frattempo vi ricordo il Consultorio di prevenzione dietetica dei tumori presso l’INT Pascale di Napoli, dove la dottoressa Coppola presta la sua opera, oltre che il gruppo su Facebook che ha la medesima finalità.
Articoli correlati:
- Prevenzione dei tumori ed abitudini alimentari
- Le spezie riducono il rischio di cancro
- Invecchiare mangiando poco e bene
- Tumori: l’alimentazione errata è peggio del fumo di sigarette