Sono 180 i siti internet dedicati all’anoressia e alla bulimia presi in considerazione da uno studio appena pubblicato sull’American Journal of Public Health. Dunque una ricerca molto ampia, quella condotta dall’equipe di Rebecka Peebles della Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health di Baltimora, che lancia un nuovo allarme.
Il 24% di questi siti è pericoloso. Incita drammaticamente i visitatori adolescenti o comunque giovanissimi ai disturbi del comportamento alimentare. In particolare il 64% stimolerebbe ad atteggiamenti bulimici ed addirittura l’84% all’anoressia. Come? Spiegando quali sono le marche dei migliori lassativi e diuretici, ad esempio!
Ma anche (nell’85% dei casi), mostrando foto di persone eccessivamente magre, invitando all’emulazione, offrendo consigli concreti per perdere peso, con diete ipocaloriche alle quali viene aggiunta la migliore tecnica per provocarsi il vomito. Ci sono suggerimenti su come non far scoprire ai genitori il dimagrimento.
Non solo. Si usano termini quali: perfezione fisica, successo della dieta, controllo di sé. Nel 79% dei siti “pericolosi” si trovano applicazioni interattive capaci di contare le calorie di ciò che si assume. La mente adolescenziale è fragile ed estremamente suscettibile a tutto questo, lo sappiamo.
Capire, trattare, curare i disturbi del comportamento alimentare non è facile neppure negli adulti. Ma a 13-14 anni l’accettazione del proprio corpo può diventare un vero dramma: che distrugge tutto ciò che queste bambine (o ragazze e ragazzi) hanno davanti, anche la vita stessa.
Purtroppo è la cronaca che ce lo racconta. E’ difficile parlare di prevenzione: sicuramente è importante non creare modelli anoressici, fare campagne informative nelle scuole, educare ad un sano rapporto col cibo sin dall’infanzia. Ma anche questo punto non è di facile realizzazione come può sembrare!
Spesso ci si rende conto tardi del disturbo del comportamento alimentare dei nostri figli, o comunque se si ha il dubbio, si tergiversa aspettando che il momento passi. Perché anche puntare il dito su un pranzo troppo abbondante o troppo scarso con un adolescente può provocare l’effetto contrario di ciò che si vuole. Soprattutto in casi di anoressia e bulimia la comunicazione è difficile.
Lo studio americano condotto dalla Peebles segna al riguardo, un punto a favore dei siti web: un terzo di questi dà consigli su come uscire dal tunnel della malattia e, soprattutto nei blog, gli autori sono coinvolti in prima persona, confessano il problema, lo comunicano, dialogano: esprimono i propri sentimenti ed emozioni verso se stessi e l’ambiente che li circonda.
Lo stesso principio dei gruppi di auto-aiuto insomma, che se gestito adeguatamente, può essere considerato un supporto terapeutico alternativo ai tradizionali modelli psicoterapici (la ricercatrice americana ne è convinta). Molti di questi siti danno anche consigli pratici su come uscire dall’anoressia e dalla bulimia. Perché se si vuole si può. Qui la storia di Isabel Caro che è nella foto ad esempio.
Forse il mio pensiero è inopportuno, non è sicuramente quello di uno specialista, ma quello di donna e mamma: credo che queste bimbe, travolte ad esempio dall’anoressia abbiano dentro una forza pazzesca. Riuscire a dimagrire così tanto, contro tutto e tutti, è sicuramente sintomo di una capacità estrema di arrivare dove si vuole.
Ecco, mi piacerebbe avere una bacchetta magica per fare in modo che questo “essere speciale” si rivolgesse alla vita e non all’autodistruzione. Ma la magia non c’entra, è un’illusione.
Di concreto esistono tante strutture pubbliche e private, tante associazioni, tantissimi medici specialisti che possono aiutare a guarire. Rivolgersi a loro è la scelta migliore! Il governo italiano ha promosso di l’attivazione di un sito internet ad hoc. Lo trovi qui.