Infarto dietro l’angolo con il consumo di farmaci effervescenti? Assolutamente no, gli allarmismi sono inutili. Ma un piccolo fattore di rischio aggiunto potrebbe esserci, sebbene in percentuale contenuta. Lo sostengono i ricercatori dell’Università di Dundee.
Siamo tutti coscienti da tempo, grazie a numerosi studi pregressi che una quantità eccessiva di sodio sia pericolosa per la nostra salute e soprattutto sia in grado di mettere a rischio la nostra condizione cardiovascolare, spianando la strada alla comparsa di patologie come l‘ictus e l’infarto. Se vi state chiedendo come ciò possa riguardare i farmaci effervescenti, ve lo spieghiamo subito. Questa tipologia di medicinali (ai quali bisogna aggiungere anche alcuni di tipo solubile, N.d.R.) contiene alte dosi di sodio rispetto a pastiglie o capsule che assumiamo normalmente con l’acqua. E tale quantità si va ad aggiungere a quella che normalmente assumiamo con i cibi, portandoci spesso a superare la quantità giornaliera consigliata di questo elemento.
Secondo lo studio pubblicato sulla rivista di settore British Medical Journal il rischio di infarto e ictus aumenta del 16%, mentre Il rischio di sviluppare uno stato di pressione alta si moltiplica almeno di sette volte. Commenta Jacob George, coordinatore della ricerca:
Ci siamo concentrati principalmente su analgesici, integratori vitaminici e antinausea, confrontando il rischio cardiovascolare di 1,2 milioni di individui che prendevano formulazioni ad alto contenuto di sodio (per esempio gli effervescenti) o versioni a minor contenuto di sodio degli stessi farmaci.
Un campione abbastanza ampio quindi, in grado di dare una fotografia abbastanza accurata della reale situazione, sopratutto perché le analisi condotte sono proseguite per un numero di anni abbastanza ampio. Questo ovviamente non deve portarvi ad evitare i farmaci effervescenti se necessari alla vostra terapia, qualsiasi essa sia. Saperlo vi potrà aiutare a compensare con una dieta iposodica nel momento in cui siete obbligate a consumare questi farmaci per curarvi dalle patologie dalle quali siete affetti. Si tratta di un sacrificio affrontabile per la vostra salute, che ne dite?
Fonte | BMJ
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