La depressione affligge gli italiani. Ma non solo per la crisi, la disoccupazione ed i problemi quotidiani. Ma anche per la caduta dei capelli. Cause genetiche, stress ed ormoni, fanno soffrire molti italiani di calvizie e questi ultimi sembrano non prendere generalmente bene il presentarsi di questo disturbo.
C’è chi ci scherza sopra e sottolinea che ormai la popolazione non ha più nemmeno i capelli per metterci le mani dentro dalla disperazione. Nella realtà molte persone soffrono fortemente la caduta dei capelli, sviluppando sia ansia che depressione derivanti dal sentirsi inadeguati a livello estetico. Secondo una ricerca recentemente eseguita dalla Società Italiana di Chirurgia della Calvizie coloro che soffrono di alopecia areata ed androgenetica sono soggetti più fragili rispetto ai propri coetanei e mostrano decisamente più sintomi di malessere psicologico rispetto a chi può contare su una folta chioma di capelli. Come spiega il professore Pietro Lorenzetti:
Lo potremmo definire “effetto Sansone” e funziona come un serpente che si morde la coda, lo stress aumenta il livello di alcuni ormoni nel sangue che danneggiano il follicolo pilifero e quando i capelli cadono, l’immagine riflessa nello specchio ha un impatto negativo nella percezione del soggetto. Una interessante ricerca pubblicata nel 2014 sull’Indian Journal of Dermatology ha rilevato come il disagio rispetto all’aspetto fisico nei soggetti con alopecia influenza negativamente l’umore aumentando la depressione del 38% e l’ansia del 62% rispetto al gruppo di controllo. E gli aspetti psicologici della calvizie erano stati confermati anche da una ricerca italiana del 2013 apparsa sul Journal of Clinical Dermatology.
Le donne, va sottolineato, sono quelle che vivono in modo peggiore il disturbo e presentano una probabilità 4 volte più alta di mostrare segni di disturbi psicologici come depressione, ansia, addirittura rabbia ed ovviamente bassa autostima. Ecco perché gli esperti consigliano comunque di approcciare la calvizie non solo dal punto tecnico di un eventuale intervento ma anche psicologico valutando l’effettivo stato d’animo dei pazienti.
Photo Credit | Thinkstock