La rivoluzione in atto nei centri di ricerca parla di nuovi approcci ai nuovi risultati che man mano si sviluppano. La ricerca scientifica sui tumori è l’esempio più evidente della necessità di procedere tenendo presente i risultati scientifici ottenuti da altri e quelli in corso che costituiscono un bagaglio di informazioni imprescindibili per varcare nuove frontiere. L’Istituto nazionale dei tumori di Milano è giunto così a esporre nuove scoperte sulla cura dei tumori.
Si tratta di ricerche in continua evoluzione, i cui risultati non sono sempre conciliabili ma che vanno a formare inevitabilmente informazioni più precise sul “da farsi” e solo così ci si può permettere di andare a modificare le procedure sulla prevenzione, diagnosi e cura del paziente. Il professor Marco Pierrotti, direttore scientifico dell’Istituto nazionale dei tumori di Milano, ha già messo in pratica questo nuovo tipo di approccio. In questo modo si è potuto raggiungere un nuovo risultato: la medicina molecolare personalizzata.
Questa medicina si basa sul dato che esistono dei geni, come quelli legati al metabolismo, che possono reagire in maniera molto diversa. Ognuno possiede tali geni, ma la loro reazione cambia da persona a persona. In base a questa osservazione, dunque, bisogna pensare e verificare se uno specifico farmaco usato su quel paziente sta agendo in modo corretto, se cioè va a colpire effettivamente il bersaglio (in questo caso, la massa tumorale). Tali verifiche possono essere effettuate su un lasso di tempo che varia da alcune settimane a mesi.
Ma l’altra novità a cui si è giunti attraverso questo nuovo approccio scientifico, consiste nell’aver compreso che l’efficacia della cura sul paziente non può essere valutata solo in base alla diminuzione della massa tumorale, anzi la riduzione delle cellule tumorali può essere valutata in un secondo momento. Mentre la prima cosa da verificare è l’inattività delle cellule che si vogliono colpire con la cura.
Un ulteriore novità in campo di innovazione e passi in avanti compiuti da questo Istituto riguardano le nuove frontiere della prevenzione: una nuova prevenzione orientata verso soluzioni personalizzate. Non c’è dubbio che le sostanze benefiche consigliate a tutti consistono negli alimenti vegetali, ma la novità dichiara Perrotti è nel “tener conto dell’equilibrio insulinico e ormonale di una persona per stabilire con precisione qual è il reale apporto di cui ha bisogno. Dati che si ricavano facilmente mediante semplici prelievi di sangue”. Nuove frontiere dunque per la prevenzione personalizzata che si baserà su quantità e sostanze benefiche ottimali misurate ad personam. Da qui già si possono intravedere diete costituite da complementi farmacologici senza effetti collaterali da valutare sulle reali esigenze del paziente.