L’epidemia sempre più dilagante di obesità e delle inspiegabili allergie ha trovato varie scuole di pensiero che tentano di capire come mai tali condizioni sono sempre più diffuse. Tra di esse c’è anche la teoria antropologica, che richiama tutto all’evoluzione umana.
I mammiferi si sono evoluti in milioni di anni per poter sopravvivere allo stato brado o semi-brado, ed una delle dimostrazioni di tale evoluzione è il metabolismo. Spiegano gli scienziati dell’Università di Yale che l’obesità non era vista, dai nostri antenati, come una cosa cattiva, ma serviva per accumulare il grasso per affrontare inverni rigidi e periodi di carestia. Oggi che il nostro corpo non deve più affrontare condizioni estreme, e a cui basta entrare in un supermercato per potersi saziare, questo meccanismo non si è interrotto, ma è semplicemente diventato un problema da eliminare.
Quando, migliaia di anni fa, nel corpo umano spuntava la “pancetta”, si sapeva che essa sarebbe scomparsa quando il cibo sarebbe stato più scarso. Oggi che questo problema non c’è più, non solo questo adipe non sparisce, ma spesso aumenta. A questo si aggiunge che i nostri progenitori avevano una vita molto attiva fisicamente, mentre oggi tra il lavoro alla scrivania e le automobili ci muoviamo poco o nulla. Per questo quel processo positivo che era l’obesità, oggi diventa pericoloso per il cuore e le arterie.
Ma non finisce qui. Gli antropologi sono convinti di poter spiegare anche le malattie autoimmuni e le allergie. Tutti questi processi accadono per un eccesso di igiene. La vita asettica e i saponi, detersivi e tutti gli altri prodotti per la pulizia, se da un lato ci salvano da numerose malattie, dall’altro portano il corpo umano a non sviluppare un buon sistema di autodifesa, e le difese immunitarie attaccano loro stesse perché farebbero come Don Chisciotte con i mulini a vento: non essendoci un vero e proprio nemico, attacca un nemico immaginario. Soltanto che il nemico immaginario, anziché essere un mulino, sono le nostre cellule, portando così alle numerose malattie immunitarie che oggi conosciamo.
Scherzando, concludono gli antropologi, la teoria vuole che il nostro corpo è destinato ad evolversi ancora, e come primo effetto, tra qualche centinaio di anni, potremmo ritrovarci con dei pollici più grandi in risposta allo stimolo proveniente dal digitare sulla tastiera del telefonino. La soluzione a tutte queste condizioni? Solo una, se proprio non è possibile tornare a vivere come l’uomo delle caverne, almeno tentare di fare una vita meno “comoda”, e avvicinarsi quanto più possibile allo stile di vita attivo di una volta.
[Fonte: Repubblica]