Subito dopo l’esplosione del fenomeno-Avatar, uno dei film più visti della storia del cinema e sicuramente il film in 3D che ha fatto staccare più biglietti, si è diffuso un allarmismo che, successivamente, si è rivelato abbastanza ingiustificato. A causa della tecnologia e del costo degli occhialini per le tre dimensioni, i cinema non potevano regalarli ai clienti per un utilizzo monouso come avveniva con i loro antenati di qualche anno fa, che erano fatti di cartone. E così, passando da un cliente all’altro, si diffuse la paura delle infezioni.
Da qui il dibattito sul cambiamento della legge, o addirittura sul ritiro degli occhialini, è stato molto acceso, e finalmente oggi arriva, dal Ministero della Salute, una direttiva che (si spera) possa mettere fine al dibattito. In pratica si potranno continuare a passare gli occhialini 3D da un cliente ad un altro, ma solo se questi saranno perfettamente sterilizzati.
La decisione è arrivata dopo che il Ministro Ferruccio Fazio ha consultato il Consiglio Superiore di Sanità, al fine di tutelare i cittadini, ma per trovare un compromesso che non possa danneggiare l’industria cinematografica, dato che l’alternativa sarebbe stata vietare i film in tre dimensioni, con un’enorme perdita di incassi.
E così, dopo aver consultato gli esercenti della sale cinematografiche, i Dipartimenti di prevenzione delle Asl e del Nas, il Comando dei carabinieri per la tutela della Salute, è stato deciso:
che sia possibile il ricondizionamento degli occhiali 3D attraverso appropriati processi di pulizia e disinfezione e (il Consiglio, ndr) ha ribadito la necessità che nei casi in cui si preveda il riutilizzo degli occhiali da parte di utenti diversi, vengano adottati protocolli di pulizia e disinfezione appropriati per ogni singola tipologia di occhiale, anche in relazione alle caratteristiche dei materiali con cui sono realizzati, e atti a garantire il mantenimento della qualità della visione; che tali protocolli garantiscano, dopo l’effettuazione del trattamento, l’assenza di microrganismi e parassiti patogeni; che il confezionamento degli occhiali sia tale da evitare ricontaminazioni fino all’utilizzo da parte dell’utente.
Nel caso in cui tutto ciò non fosse possibile, il cinema sarà tenuto a fornire occhialini monouso. In caso contrario non sarà possibile proiettare film tridimensionali. E così, se ancora qualcuno potesse avere dubbi sulle potenzialità degli agenti patogeni, ora può tornare a dormire sonni tranquilli.
[Fonte: Repubblica]