Si è riunito per la prima volta il 29 ottobre scorso il primo Gruppo di studio sull’inquinamento indoor dell’ISS, l’Istituto Superiore di Sanità. Ad istituirlo Enrico Garaci, Presidente dell’ISS, coordinato dal Reparto Igiene degli ambienti di vita dell’Istituto.
Il Gruppo, composto dal Ministero della Salute, dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR), dal CNR, dall’ENEA, dall’ISPRA, dall’Università di Roma “La Sapienza” e dall’associazione DonnEuropee Federcasalinghe Nazionale, vede la partecipazione delle Regioni Basilicata, Emilia Romagna, Lazio, Marche, Piemonte, Sardegna, Sicilia, Toscana, Veneto e Valle d’Aosta.
La mission è approfondire gli aspetti legati al binomio salute–ambienti di vita, in riferimento alle conseguenze dell’inquinamento nei luoghi abitativi e lavorativi, con il preciso intento di stilare linee guida volte a prendere precauzioni contro un rischio spesso sottovalutato, forse perché più impercettibile, qual è la cattiva qualità dell’aria in casa, a scuola piuttosto che in ufficio.
Ce ne parla Sergio Fuselli, Direttore del Reparto Igiene degli ambienti di vita, sottolineando, in un comunicato stampa, come il Gruppo di studio sull’inquinamento indoor nasca dalla necessità di coordinare a livello nazionale tutte le attività scientifiche, attualmente frammentate tra diversi istituti,
su un tema tanto importante quanto sottovalutato come quello della qualità dell’aria che respiriamo nelle nostre case e in tutti quegli ambienti cosiddetti “di vita”, ovvero che frequentiamo per l’80% del nostro tempo nel corso della giornata: scuola, uffici, mezzi di trasporto e così via.
Se, prosegue l’esperto, ci si sofferma spesso sull’inquinamento atmosferico, sullo smog e sulle emissioni inquinanti prodotte dal traffico e dalle attività industriali, tra le mura domestiche ci si sente invece al sicuro. Un errore non trascurabile, se si analizzano i dati diffusi da una recente ricerca dell’Environmental Protection Agency (EPA), ovvero l’Ente statunitense di protezione ambientale, che dimostrano come l’aria di casa sia cinque volte più inquinata di quella esterna.
Sul banco degli imputati, troviamo i Composti Organici Volatili (VOC), i batteri, i funghi e le muffe originatesi in ambienti eccessivamente umidi.
I COV li troviamo nel fumo di sigaretta, nei prodotti per la pulizia della casa, nelle candele profumate, così come nelle vernici e negli smalti e persino nei bastoncini d’incenso, all’apparenza innocui.
In attesa di conoscere le linee guida ed i risultati del lavoro del Gruppo di studio, possiamo intervenire sin da subito contro l’inquinamento indoor, adottando alcune semplici precauzioni nell’ambiente di vita su cui abbiamo potere di modifica: la casa. A fornircele sono gli stessi esperti dell’ISS, ricordandoci come per la
- pulizia degli ambienti sia opportuno leggere le etichette, non miscelare i prodotti, con il rischio di generare vapori tossici. Nello specifico, il consiglio è di non mischiare mai acido muriatico, candeggina e ammoniaca. Inoltre, arieggiare casa per assicurare il ricambio d’aria, evitando l’uso eccessivo ed improprio dei deodoranti spray che, vale la pena sottolinearlo, hanno il compito di rendere l’aria profumata e coprire i cattivi odori, non di pulirla ed ossigenare la stanza. E ancora, usare accorgimenti antiacari per materassi, cuscini, divani. Infine, bandire la naftalina come rimedio anti-tarme, privilegiando piuttosto sostanze naturali ad hoc in vendita nelle erboristerie.
- Veniamo ai mobili. Out gli spray mangia polvere, a base di formaldeide, tanto pubblicizzati come magici. Lo stesso miracolo detergente può compierlo un comunissimo panno in microfibra.
- Nella scelta di vernici e pitture, il consiglio degli esperti è di optare per composti a base d’acqua o comunque a basso contenuto di VOC. Senza tralasciare la ventilazione degli ambienti fino all’avvenuta scomparsa dell’odore caratteristico delle verniciatura fresca.
- In fondo alla lista dei consigli per diminuire l’inquinamento indoor, ma non meno rilevante, troviamo gli accorgimenti da prendere relativamente alle combustioni. Gli esperti suggeriscono di limitare l’uso di stufe a legna e caminetti se privi di sistemi a norma di smaltimento dei fumi nonché diminuire l’accensione di candele profumate e bastoncini d’incenso, suscettibili dello sprigionamento di benzene e di altre sostanze incriminate per la cattiva qualità dell’aria indoor.