Torniamo a parlare di allergie con la recente scoperta, ad opera dei ricercatori dell’Albert Einstein College of Medicine della Yeshiva University, di un nuovo fattore di rischio accertato nella popolazione infantile: la carenza di vitamina D.
Lo studio ha coinvolto un campione di oltre tremila bambini ed ha appurato come livelli più bassi di vitamina D siano legati ad una probabilità maggiore di insorgenza di allergie tra i più piccoli.
La ricerca è stata pubblicata dalla rivista di divulgazione scientifica Journal of Allergy and Clinical Immonology ed apre nuovi scenari d’intervento sul fronte della prevenzione.
Per i bambini e per gli adolescenti con bassi livelli di vitamina D gli autori hanno accertato, per la precisione, sensibilità a 11 su 17 degli allergeni testati, ivi compresi sia gli allergeni ambientali come lo sono ad esempio l’ambrosia ed il pelo del cane che gli allergeni alimentari (ad esempio, le arachidi).
I bambini che hanno un deficit di vitamina D (stabilito in meno di 15 nanogrammi di vitamina D per millilitro di sangue), risultavano 2,4 volte più a rischio di sviluppare allergia alle arachidi se paragonati ai bambini con livelli sufficienti di vitamina D (ovvero più di 30 nanogrammi di vitamina D per millilitro di sangue).
La ricerca al momento mostra solo una associazione e non dimostra che il deficit di vitamina D provoca allergie nei bambini, si affretta subito a precisare uno degli autori, il dottor Michal Melamed. Tuttavia, ha aggiunto, i bambini dovrebbero certamente assumere adeguate quantità di questa vitamina.
Le ultime indicazioni dietetiche rivolte ai bambini suggeriscono di ingerire 600 UI di vitamina D al giorno. Questa è la quantità necessaria ad impedire loro di diventare carenti di vitamina D.
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[Fonte: “Vitamin D levels and food and environmental allergies in the United States: Results from the National Health and Nutrition Examination Survey 2005-2006”, Journal of Allergy and Clinical Immunology]