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Sesso in pubblico? Yes, we can

Di recente, due cittadini britannici sono stati condannati a tre mesi di detenzione a Dubai, dopo essere stati colti a fare sesso su una spiaggia. Episodio, questo, che ha fatto molto discutere la stampa inglese. E fa molto discutere anche noi proprio in questi giorni un’altra notizia che viene da oltremanica, relativa alla possibilità di non sanzionare, se non in casi rari, le persone colte in flagrante mentre fanno sesso in luoghi pubblici.

Le nuove norme, non ancora approvate, con i provvedimenti da adottare dai poliziotti in questi casi, sono contenute in un relazione, Guidance on Policing Public Sex Environments, stilata dal vicecapo della polizia del Lancashire, Michael Cunningham, per l’Associazione dei capi delle polizie (Acpo) del Regno e pubblicata dalla Police Review.
Un documento che ha suscitato l’immediato scalpore del ministro ombra Dominic Grieve (ce l’hanno anche lì gli oppositori fantasma!), appartenente, guarda caso, al partito conservatore. Ma quali sono le ragioni che hanno portato Cunningham a suggerire misure meno rigide?


Innanzitutto, c’è da dire che le nuove norme riguarderebbero esclusivamente il sesso tra persone consenzienti, sorprese in atteggiamenti espliciti in parchi o nei bagni pubblici.
Si tratta di evenienze che non sono certo rare da vedere e che hanno portato a molti arresti, anche di celebrità come George Michael, reo di aver proposto proprio ad un poliziotto un rapporto sessuale in un bagno pubblico.
Il provvedimento, a questo proposito, è stato concepito soprattutto per evitare traumi alle persone omosessuali, che spesso sono costretti dalla società a vivere con disagio la loro sessualità e a sentirsi diversi. Dopo molti arresti proprio di gay si sono verificati, per l’imbarazzo o ancora per il fatto che è stata rivelata pubblicamente e forzatamente un’omosessualità che tenevano nascosta, dei suicidi e degli episodi di autolesionismo. Questo ha spinto a ricercare misure meno severe e a pensare che si potrebbe anche lasciar correre.

Il dossier a favore di una politica più permissiva sul sesso in pubblico si compone di 21 pagine e prende in analisi nello specifico alcune pratiche molto diffuse in Gran Bretagna: il dogging, sconosciuti che hanno rapporti sessuali occasionali in pubblico, e il cruising e cottaging, il sesso tra omosessuali in parchi e bagni pubblici.
Queste abitudini sessuali che possono scatenare indignazione nei cittadini possono essere scoraggiate, secondo Cunningham, con altri tipi di disposizioni, decisamente meno traumatiche dell’arresto. Ad esempio, posizionando più illuminazione pubblica negli angoli bui, usando delle telecamere di sorveglianza, e maggiori ronde nei luoghi in cui solitamente avvengono questi incontri.
L’arresto dovrebbe essere l’ultima opzione da prendere in considerazione solo in casi estremi. Così come sono da evitare imboscate e travestimenti per incastrare i rei.
La proposta è ora allo studio di alti funzionari di polizia, che valuteranno se rendere effettive o meno le nuove disposizioni sul sesso in pubblico.

[Fonte: www.ansa.it]