Sembra che una moderata riduzione dell’apporto calorico giornaliero sia in grado di far funzionare meglio il cervello rendendolo più scattante e attivo. A sostenerlo, sono un gruppo di ricercatori dell’Istituto di neuroscienze del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (In-Cnr). Lo studio, è stato pubblicato su “Nature Communications”.
Il team di esperti, ha condotto una serie di esperimenti sul sistema visivo di topi adulti e in buone condizioni di salute utilizzando la deprivazione monoculare, una tecnica in grado di determinare cambiamenti funzionali e anatomici a livello della corteccia visiva primaria binoculare se adottata durante le fasi precoci dello sviluppo postnatale. Inoltre, tale procedura funge da modello sperimentale per la terapia dell’ambilopia, meglio nota come “occhio pigro”.
Come ha spiegato Maria Spolidoro, ricercatrice dell’In-Cnr di Pisa:
Abbiamo dimostrato che una lieve riduzione delle calorie ingerite ha un forte impatto sulla plasticità del cervello, quella caratteristica che ci permette di apprendere, memorizzare e promuovere il recupero da danni cerebrali di vario genere.
La restrizione calorica, perciò, avrebbe un effetto sorprendente non solo innalzando la mobilità del cervello, ma anche sull’aspettativa di vita media in una grande varietà di essere viventi, dai lieviti ai vermi, dai roditori sino alle scimmie, e quindi anche gli umani. L’aumento della longevità, sembra, inoltre, accompagnata da una minore incidenza di malattie cardiovascolari, ipertensione, diabete e neoplasia, e da un rallentamento del declino cognitivo e dei deficit di memoria, tipici dell’invecchiamento cellulare.
Chiaramente, un’alimentazione corretta ed equilibrata è un valore a cui non si deve rinunciare e che si dimostra ancora una volta fondamentale per il benessere dell’organismo. Tuttavia non bisogna esagerare, poiché una deprivazione di cibo prolungata o eccessiva può comportare un grave stress all’organismo.
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