Un buon equilibrio intestinale, sebbene molti non se siano a conoscenza, è basilare per il mantenimento delle nostre difese immunitarie e di un buono stato di salute. A favorire tale stato di cose concorrono i probiotici ed i prebiotici, rispettivamente dei batteri presenti anche nel nostro intestino allo stato naturale degli alimenti non digeribili che compongono il substrato dove i primi possono crescere e proliferare. SI è parlato di loro alla sesta edizione dell’incontro “Probiotics Prebiotics and New foods”, soprattutto in correlazione con allergie, pelle e malattie croniche.
Sono stati diversi gli studi presentati al meeting, incentrati su diverse patologie come l’obesità, malattie della pelle, Morbo di Chron ed ulcere dove sia i probiotici che i prebiotici hanno rappresentato il ruolo da protagonista, spiegando come una flora batterica intestinale alterata abbia una influenza negativa su queste malattie.
L’utilizzo di probiotici (al fine di ripristinare il giusto equilibrio) può rappresentare non solo uno strumento per tentare di “sistemare” nuovamente il tutto, ma potrebbe rappresentare la migliore arma per la prevenzione delle stesse. Ad esempio per ciò che riguarda l’ obesità è stato trovato un collegamento con gli stati infiammatori dell’intestino. E ancora, in modo più evidente, è stata trovata una correlazione tra alimentazione, flora batterica e pelle.
Quando la dieta seguita è corretta, i nutrienti che assumiamo attraverso il cibo hanno un ruolo centrare nel nostro benessere dermatologico. Spiega Mauro Picardo, Responsabile della Fisiopatologia cutanea e del Centro di Ricerca sulla Metabolomica presso l’Istituto San Gallicano di Roma:
Le reazioni di ipersensibilità al cibo giocano un ruolo importante nella patogenesi di malattie della pelle quali le dermatiti atopiche e l’orticaria. L’alimentazione influisce anche sull’insorgenza dell’acne e, ad oggi, si cerca di stabilire se l’iperinsulinismo, riscontrabile in soggetti con sindrome dell’ovaio policistico e acne, possa essere una caratteristica anche della persistenza di acne in soggetti senza la sindrome, considerando che insulina è un induttore della produzione di sebo.
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