Cancro della vescica: per gli italiani rappresenta un killer silenzioso e, purtroppo, efficace. Il nostro paese è infatti tra le prime posizioni per ciò che riguarda l’incidenza di questo cancro. E’ stimato che almeno 20mila persone si ammalino ogni anno: ed il trend non accenna a diminuire. Facendo il punto sulla patologia presso l’ultimo congresso dell’Auro, l’associazione urologi Italiani, è emerso che tra le maggiori cause vi sia quella del fumo di sigaretta.
Gli esperti su questo non hanno dubbi: almeno il 50% dei casi totali di tumore alla vescica sono scatenati dall’abitudine al fumo. Subito seguito da uno stile di vita sedentario. E sebbene ancora non vi sia uno studio risolutivo in tal senso, non si può non considerare tra le cause scatenanti anche una alimentazione scorretta e l’abuso di alcol.
In alcuni casi, bisogna specificarlo, l’incidenza può essere relativa anche alla tipologia di impiego che si porta avanti: tra i fattori di rischio non manca infatti una esposizione cronica alle amine aromatiche e alle nitrosamine (che di frequente possono essere riscontrate in coloro che lavorano nel campo dell’industria tessile, dei coloranti, della gomma e del cuoio, n.d.r). In questo caso va però specificato chela diagnosi derivante da tale contatto è relativa ad un passato nemmeno troppo prossimo, dato che l’insorgenza in tali condizioni, del tumore, avviene tra i sei ed i venti anni dopo: sono stati registrati addirittura casi relativi ad una manifestazione differita di quarantacinque anni!
Come spiega il prof. Paolo Puppo, urologo e direttore dell’Istituto tumori di Genova:
Al momento purtroppo non esistono programmi di screening o metodi di diagnosi precoce efficaci. Ecco perché, oltre a smettere di fumare e seguire un’alimentazione sana, è fondamentale non sottovalutare mai il primo segnale che c’è qualcosa che non va: la presenza di sangue nelle urine.
E’ importante, quando si nota qualcosa che non va nel funzionamento del proprio apparato urinario, rivolgersi immediatamente al proprio medico: una diagnosi precoce può davvero salvare la vita.
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