Bronchite cronica: tosse che non passa mai del tutto, presenza di catarro e fiatone. Un mix molto particolare che talvolta può rappresentare l’esistenza di una affezione da BPCO, broncopneumopatia cronica ostruttiva. Riassumendo? Un disturbo respiratorio così diffuso che ha spinto all’approvazione di Linee Guida Internazionali da parte della Global Initiative for Chronic Obstructive Lung Disease.
Quest’ultime verranno presentate domani a Modena nel corso di un evento dedicato, l’International Meeting su asma BPCO e malattie respiratorie. I dati dell’Organizzazione mondiale della Sanità parlano chiaro: la broncopneumopatia è la quarta causa di morte per incidenza nel mondo e la sua diffusione sebbene molto silenziosa è in costante aumento.
Le linee guida approvate servono per rendere più facile il riconoscimento della bronchite cronica e delle patologie ad essa correlate. Esse hanno cambiato sostanzialmente l’approccio alla malattia. Se fino ad ora la spirometria, test per la funzionalità polmonare, era l’unico strumento utilizzabile per classificare la gravità della malattia, ora il “percorso” della stessa è stato sezionato in modo tale da creare “quattro tipologie di paziente”, in grado di dare supporto nella scelta di una terapia adeguata.
Sono essenzialmente tre i passi da effettuare per “contestualizzare” il malato nella sua categoria di appartenenza ed il primo è una “rilevazione fai da te” effettuato dal paziente. Spiega Leonardo Fabbri, coautore delle linee guida:
Tosse, catarro, affanno dopo uno sforzo fisico non sono “fisiologici”. Se ci sono questi sintomi o anche se si fuma o si è fumato molto è opportuno parlarne al medico e sottoporsi ai test. Purtroppo la consapevolezza in materia di BPCO è assai scarsa: se venisse fatta a tutti una spirometria, troveremmo un buon 10-20 per cento di malati che non sospettano affatto di esserlo.
Tali particolari vengono registrati da questionari specifici ai quali il paziente viene sottoposto dallo specialista. Vi è poi la spirometria, che come già indicato consente di verificare l’effettiva capacità polmonare dei malato. A tutto questo, deve essere aggiunto il terzo ed ultimo passo: la storia generale medica del paziente.
Questi fattori consentono una comprensione ampia del fenomeno, che consente dirigere la persona affetta verso la categorie di appartenenza. Quest’ultime verranno presentate domani nel corso dell’evento, ma è importante sapere, fin da ora, che ad ognuna di essere corrisponde un approccio farmaceutico ben preciso.
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