L’arsenico? Secondo una ricerca statunitense sarebbe l’agente cancerogeno più pericoloso per la salute dell’uomo, in grado non solo di essere una delle principali cause di sviluppo del cancro, ma di avere anche il “potere” di inviare dei segnali particolari alle cellule staminali che si trovano nelle vicinanze di un tumore trasformandole in cellule staminali tumorali.
Una scoperta che deve far riflettere data la forte esposizione a questo elemento che ogni essere umano, anche in Italia, vive di continuo. Le cronache ci parlano di acqua contaminata, di colture cresciute in zone nelle quali questo elemento rappresenta una delle affezioni principali, in grado di attaccare la pianta (anche se in modo invisibile, N.d.R.) e di arrivare sulle nostre tavole colpendo, di conseguenza noi.
Secondo lo studio condotto dai ricercatori del National Institute of Environmental Health Sciences con base a Research Triangle Park in North Carolina, negli Stati Uniti, questo veleno sarebbe in grado di agire sulle cellule staminali spingendole a trasformarsi in cellule staminali cancerose. Il coordinatore della ricerca, Michel Waalkes, è al lavoro da più di cinque anni nella ricerca di una correlazione tra l’esposizione a questa sostanza e lo sviluppo del cancro.
E quella che nel 2007, in un suo precedente lavoro, era ventilata come ipotesi fortemente probabile, nello studio recentemente pubblicato sulla rivista di settore Environmental Health Perspectives, ha trovato una conferma. Tutto grazie all’osservazione del comportamento in laboratorio di cellule staminali epiteliali poste vicino a delle cellule cancerose di tumore alla prostata sottoposte a contaminazione di arsenico.
Spiega il dott. Michael Waalkes:
L’arsenico ha un effetto doppio sulle cellule. Dopo aver indotto il cancro con l’arsenico in alcune cellule coltivate, anche le cellule vicine che non erano entrate in contatto con l’arsenico si trasformavano in staminali maligne nell’arco di tre settimane. Ciò è probabilmente dovuto ad alcune molecole segnale come l’interleukina-6″.
Quest’ultima, lo ricordiamo tentando di semplificare il concetto, è una citochina coinvolta nello sviluppo di patologie tumorali con un ruolo di “controllo” dello sviluppo delle stesse. Tali risultati, è evidente, ci pongono nella condizione di dover prestare più attenzione alle eventuali contaminazioni da parte di questa sostanza.
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Fonte: EHP