Bere due o più lattine di bevande a base di cola al giorno, normali o dietetiche, espone ad un rischio doppio di contrarre malattie croniche renali e formare calcoli. Lo sostengono alcuni ricercatori del National Institutes of Health (Nih) che hanno pubblicato lo studio «Carbonated Beverages and Chronic Kidney Disease» su Epidemiology.
Gli esperti hanno messo a confronto le abitudini alimentari di 932 soggetti del Nord Caroline, analizzando il periodo dal 1980 al 1982. La metà circa (465 persone) presentavano problemi renali cronici mentre 467 erano sane. Dall’analisi dei dati e dopo aver tenuto conto dei numerosi fattori di rischio che potevano portare ad eventuali problemi renali, è stato osservato che l’assunzione quotidiana di due o più lattine di bevande alla cola, anche dietetica, raddoppiava il rischio di contrarre malattie renali croniche e favoriva la formazione di calcoli renali.
Per capire perché questa associazione (cola-calcoli renali) l’attenzione si è rivolta all’acido fosforico, presente in gran quantità in queste bevande. Sembra infatti che l’acido fosforico, legando il calcio a livello delle ossa, oltre a provocare il deterioramento della struttura ossea, favorisca anche la formazione di calcoli quanto aumenterebbe la concentrazione e la precipitazione di cristalli prima e l’aggregazione poi, con la formazione di calcoli.
I calcoli renali sono formati da calcio, ossalato, fosfati, acido urico e cistina. In meno del 2% dei casi si osservano calcoli di xantina, ipoxantina, colesterolo, acidi grassi e idrossiadeina. Spesso i calcoli di piccola dimensione vengono espulsi spontaneamente. Quelli che si arrestano nell’ uretere causano dilatazione del rene, infezione e febbre, richiedendo un intervento endourologico per la sua estrazione, oppure il posizionamento di un stent uretrale per consentire il passaggio delle urine e il successivo bombardamento del calcolo stesso con le onde d’urto.