L’arteriopatia periferica viene chiamata comunemente sindrome delle vetrine ( o malattia delle vetrine, N.d.R.) perché chi ne soffre, improvvisamente quando cammina inizia a sentire una sorta di crampo alla gamba, un dolore particolarmente acuto che costringe la persona a fermarsi di frequente con la scusa, ad esempio, di guardare proprio le vetrine dei negozi se passeggia in un centro cittadino.
In termini medici bisogna invece parlare di claudicatio intermittens, il suo maggiore sintomo. Questa disturbo consiste nell’occlusione o nel restringimento delle arterie negli arti. Questa condizione viene spesso definita dagli specialisti come la punta dell’iceberg di un percorso di sclerotizzazione dei vasi sanguigni che in realtà è in atto in tutto il corpo e che in conseguenza estrema potrebbe portare anche all’infarto o all’ictus. Non dobbiamo dimenticare che i restringimenti e le occlusioni sono creati da ispessimenti delle pareti dei vasi conosciuti come placche aterosclerotiche, le quali causano un afflusso minore di sangue all’organismo.
Arteriopatia periferica: fattori di rischio e sintomi
Sono diversi i fattori di rischio alla base dell’arteriopatia periferica: il fumare, il diabete, il sovrappeso e l’obesità, la conduzione di una vita sedentaria, l’età avanzata, la pressione alta, alti livelli di colesterolo e trigliceridi e la predisposizione genetica. Di solito non ci si accorge subito di soffrire questo problema perché il nostro corpo è in grado di ovviare allo scarso afflusso di sangue favorendo il flusso ematico attraverso vie arteriose alternative. Il principale sintomo dell’arteriopatia periferica ha tre stadi di gravità: nelle forme lievi compare solo sotto sforzo, in quelle intermedie quando si cammina ed in quelle più gravi anche a riposo, accompagnate da cancrena e ulcere. Soprattutto in questo caso è necessario intervenire rapidamente con le opportune terapie, al fine di non rischiare un’amputazione dell’arto nei casi irrecuperabili.
Arteriopatia periferica: cosa fare
La diagnosi di questo disturbo avviene tramite eco-color-doppler. La prima cosa da fare è abolire quelli che sono i fattori di rischio, mettendo in atto una dieta equilibrata per perdere perso se ve ne è la necessità, tenere sotto controllo il colesterolo e il diabete se presente. E’ bene inoltre smettere di fumare. A livello farmacologico per le forme lievi si possono usare farmaci vasoattivi o antiaggreganti. Se la gravità della situazione lo richiede è necessario sottoporsi ad angioplastiche o stent attraverso le quali riaprire le arterie, o al by-pass chirurgico attraverso l’utilizzo di vene del paziente o dei tubicini artificiali.
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