L’obesità colpisce sempre più spesso anche i più piccoli e le cifre sono decisamente allarmanti. Nel mondo, infatti, circa 43 milioni di bambini sotto i 5 anni di età sono in sovrappeso. Il fenomeno è legato soprattutto all’alimentazione scorretta, ma non solo. Il nostro Paese, purtroppo, non fa eccezione, anzi, come riferiscono i pediatri riunitisi in occasione degli Stati Generali della Pediatria, oltre 1 milione di bambini sono in sovrappeso, a rischio, quindi, di sviluppare in età adulta il diabete, le malattie cardiovascolari e addirittura i tumori.
Come ha spiegato lberto G. Ugazio, Presidente della Società Italiana di Pediatria:
L’obesità è diventata un problema di salute pubblica. Non possiamo pensare di fermarla con provvedimenti isolati e frammentari come la tassa sulle bibite gassate e similari. Serve invece un impegno comune tra tutti coloro che si occupano di indirizzi nutrizionali e di stili di vita del bambino. Ecco perché diventa fondamentale la prevenzione in età prescolare, da 0 a 4 anni. Agire sulla nutrizione pre e post natale, in quel periodo sensibile della vita in cui il bambino matura la capacità di regolare il metabolismo sia a breve sia a lungo termine, è la prima e più efficace arma per prevenire non solo sovrappeso e obesità ma diabete, ipertensione, malattie cardio-ischemiche, allergie ed osteoporosi.
A dare il buon esempio devono essere in primis gli adulti. È stato dimostrato, infatti, che i bambini che sperimentano precocemente un cibo sano, tenderanno a conservare nel tempo questa preferenza e a seguire uno schema alimentare corretto. L’educazione alimentare è una risorsa preziosa non solo per lo sviluppo psicomotorio, ma anche per la salute adulta, da promuovere prima possibile.
Non dimentichiamo, infatti, che l’approccio all’alimentazione è influenzato da componenti biologiche o genetiche, ma anche dalle relazioni sociali e familiari, senza escludere l’ambiente. Secondo una ricerca europea i fattori di rischio per l’obesità infantile e la salute a lungo termine sono 5: fumo e uso di sostanze tossiche per il feto in gravidanza; limitazioni all’allattamento materno; eccesso proteico ed esagerata introduzione di zuccheri nelle prime età della vita.
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