I casi di ictus tra i giovani sono sempre più numerosi. Al di là della predisposizione genetica, lo stress, il fumo e lo stile di vita sedentario giocano un ruolo decisivo. Secondo gli esperti, si tratterebbe di una vera e propria emergenza ed occorre un impegno forte sia nella prevenzione sia nella riabilitazione.
L’ictus è una patologia neurologica e si verifica quando viene ridotto l’afflusso di sangue a una parte del cervello (encefalo), privando il tessuto di nutrimento e di ossigeno. Oggi rappresenta la seconda causa di morte e la prima causa di invalidità. Fino a qualche tempo fa si tendeva a credere che potesse colpire solo le persone anziane, in special modo gli over 70, ma gli ultimi dati dimostrano un aumento dell’incidenza anche tra i giovani con meno di 45 anni a causa dei fattori ambientali come l’obesità, lo stress, l’abuso di alcol o di droghe, il fumo.
Come ha spiegato il dottor Valerio Sarmati, esperto in riabilitazione neurologica post ictus cerebrale:
In caso di pazienti giovani, la tempestività dei soccorsi e una corretta e constante riabilitazione post ictus acquisiscono un’importanza ancora maggiore. Solitamente, il 20% dei soggetti non riesce a sopravvivere e decede nel giro di un mese. Il restante 80% presenta difficoltà motorie e cognitive. Si tratta quindi anche di una emergenza assistenziale, perché la maggior parte di queste persone potrebbero recuperare e vivere una vita quasi normale.
Tuttavia, il tipo di assistenza pubblica non sempre risponde alle necessità dei pazienti. Occorre, dunque, creare un percorso nuovo che miri da un lato alla riabilitazione delle funzioni cerebrali (e non solo fisiche) e dall’altro al coinvolgimento della famiglia. Per saperne di più di questo metodo, innovativo nella forma e negli strumenti e da anni abbracciato dal dottor Sarmati, potete visitare il sito web Riabilitazione Ictus in Famiglia.
Photo Credit| Thinkstock