La nuova Sars deve spaventarci? Sembra di si. L’Organizzazione Mondiale della Sanità incomincia ad allertare ed a mettere in guardia gli stati dal nuovo coronavirus. Quest’ultimo, in modo ancora più forte della nuova aviaria cinese, rischia di divenire una minaccia per il mondo intero.
Così sostengono gli esperti che stanno studiando la “Mers”, questo il nome scelto per il virus che è in grado di causare una variante abbastanza pericolosa della malattia polmonare, la polmonite atipica conosciuta sotto il nome di Sars, sindrome respiratoria acuta grave. Tra Arabia Saudita e Francia, le regioni più colpite, i morti sono 24, con più di cinquanta pazienti diagnosticati con la malattia. Attraverso il suo direttore Generale, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha espresso preoccupazione non solo per la diffusione rapida di questa variante del coronavirus ma soprattutto per la mancanza di adeguate reazioni di prevenzione da parte dei vari stati.
Secondo gli scienziati questa infezione da coronavirus potrebbe assumere, molto velocemente, la portata di una pandemia. Per onor di cronaca va detto che anche la Sars nel 2003 venne lanciata come tale ed fortunatamente ebbe un minore impatto rispetto a ciò che si prevedeva. Non bisogna però incorrere nel menefreghismo e cadere nella trappola opposta. Quel che appare evidente è che al momento mancano diverse informazioni sul virus, come la sua origine, come l’infezione si propaga e la sua diffusione. Ed è proprio la scarsa conoscenza che può rappresentare un perfetto veicolo di espansione del virus. E questo l’umanità non può permetterselo, dato che al normale raffreddore in questo caso si aggiungono febbre, tosse e mancanza di respiro talvolta potenzialmente letali.
Casi di Mers sono stati confermati finora in Arabia Saudita, Giordania, Qatar, Emirati Arabi, Uniti (EAU), Tunisia, Germania, Francia e Regno Unito. E’ necessario che la ricerca faccia i suoi passi nello studio del virus con essa le case farmaceutiche nel ricercare un possibile
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