Ridurre l’esposizione al nichel è un ottimo metodo per prevenire l’allergia al nichel, prima ancora che si manifesti. Questo soprattutto se si appartiene a particolari categorie a rischio. Quali? Le donne in genere sviluppano allergia al nichel più facilmente degli uomini, dunque l’appartenenza a questo genere rappresenta di per se già un fattore di rischio. Non è però ben chiaro il perché. Forse dipende dal fatto che le signore tendono ad indossare gioielli sin da giovanissime: il nichel è comunemente usato in gioielleria e bigiotteria, quindi evitare il contatto prolungato con piercing ed altri monili contenente tale metallo è già un buon punto di partenza.
Ovviamente avere una storia familiare di allergia al nichel o ad altri metalli (come il palladio, il cobalto o il cromo) sembra essere determinante. Particolare attenzione devono farla anche alcune categorie di lavoratori, quelli cioè che entrano a contatto diretto col nichel per la sua trasformazione, ma anche baristi, addetti alla produzione industriale degli alimenti o detergenti domestici, metalmeccanici e parrucchieri: inconsapevolmente tutti questi professionisti sono quotidianamente esposti al nichel, presente seppur in quantità minime nei prodotti che utilizzano. La sensibilità allergica, infatti sembra svilupparsi dopo una lunga e/o massiccia esposizione al metallo.
Per lo stesso motivo, chi ha una diagnosi di allergia al nichel (che si può fare attraverso un semplice Patch test) e vuole prevenire la dermatite da contatto correlata, dovrebbe sfuggire tutto ciò: preferire gioielli d’oro 18 carati ad esempio, usare guanti e soprattutto evitare cibi contenenti nichel. In alternativa, oggi esiste una sorta di vaccino, una terapia desensibilizzante che si usa anche in altre forme allergiche: consiste nell’immissione graduale e controllata di piccole quantità di allergene nell’organismo del paziente. E’ una terapia che dura molto tempo ed occorre avere pazienza, ma in questo caso, più che di prevenzione e vaccino possiamo parlare di cura vera e propria, perché si fa solo dopo che la sensibilizzazione, ovvero l’allergia al nichel si è manifestata. Parlatene con il vostro allergologo o dermatologo, vi dirà se è adatta al vostro caso.
Articoli correlati: