Home » COSTUME & SOCIETA' » Curiosità » La memoria dell’acqua, l’omeopatia torna a far discutere

La memoria dell’acqua, l’omeopatia torna a far discutere

L’acqua è in grado di captare le onde di bassa frequenza del DNA e di memorizzarne le caratteristiche. E’ quanto emerso da 2 studi paralleli, uno francese coordinato da Luc Montagnier, premio Nobel per la medicina, e uno italiano guidato dal fisico Emilio Del Giudice dell’International Institute for Biophotonics di Neuss.

La ricerca, intitolata “DNA, waves and water”, è stata pubblicata sul Journal of Physics e riprende lo studio condotto dall’immunologo francese Jacques Benveniste sulla memoria dell’acqua nel 1988, che gli costò un un’accusa per truffa e conflitti di interesse con le aziende di prodotti omeopatici. Tuttavia, la sperimentazione italo-francese, ha confermato le proprietà informative dell’acqua, dimostrando come il DNA sia in grado di emettere e trasmettere segnali elettromagnetici a bassa frequenza in soluzioni acquose molto diluite, capaci di memorizzare le caratteristiche del DNA stesso.

Come spiegano i ricercatori, i campi di applicazione sono diversi, da quello macroscopico, poiché il pianeta è circondato da acqua, a quello microscopico del corpo umano, che è composto dall’80% di acqua nei bambini e dal 65% negli anziani. Anche la materia cerebrale galleggia letteralmente nel liquido. In questo modo, sarebbe possibile sviluppare sistemi diagnostici mai realizzati sino ad oggi in grado di individuare patologie o eventuali problemi a livello dell’organismo, come Alzheimer, Parkinson, epatite C, sclerosi multipla artrite reumatoide, malattie rare, Hiv, e influenza A con una semplice biopsia.

L’applicazione dello studio, inoltre, potrebbe aprire la stranda anche all’introduzione di rimedi farmaceutici di tipo omeopatico, del tutto privi di effetti collaterali, basati sulla memoria dell’acqua, che viene “informata” dal segnale elettromagnetico prodotto dalle sostanze in essa disciolte a bassissime concentrazioni e “attivata” tramite specifiche tecnologie chimico-fisiche.

Come spiega Giuseppe Vitiello, fisico teorico del Dipartimento di Matematica e informatica dell’Università di Salerno che ha partecipato allo studio italiano guidato da Del Giudice:

Il dato molto importante da sottolineare, è che una rivista ufficiale di fisica come il Journal of Physics ha pubblicato per la prima volta una ricerca che normalmente sarebbe di competenza di una rivista di biologia o medicina. Un passo ulteriore a dimostrazione che la moderna fisica quantistica può dare un contributo fondamentale alle ricerche mediche di frontiera.

Articoli correlati:

Terapia genica: la cura parte dal DNA
Alimentazione in gravidanza influenza il DNA del bambino
Inquinamento causa danni al Dna del feto