9 milioni di italiani soffrono di stress da lavoro, e nel 70% dei casi si tratta di donne, che, come spesso capita, devono dividersi tra carriera e famiglia, a ritmi davvero insostenibili.
Sono in molti, infatti, a sentirsi schiacciati dalle responsabilità o da ambienti di lavoro ostili, in cui comunicare non è sempre facile. A lanciare l’allarme, è lo psichiatra Claudio Mencacci, direttore del Dipartimento di neuroscienze dell’Azienda ospedaliera Fatebenefratelli e Oftalmico di Milano, che ha tracciato un quadro sulla salute psichica dei lavoratori italiani che denuncia una situazione davvero poco confortante.
Le aziende, infatti, rivelano una scarsa attenzione alla salute psichica dei propri dipendenti, soprattutto se si tratta di donne, “spaccate” tra il lavoro, che inghiotte letteralmente gran parte della giornata, e il partner e i figli, per non parlare della casa da mandare avanti. Ad essere maggiormente stressate, secondo l’esperto, sono le manager, a seguire le impiegate e le operai. Le posizioni dirigenziali, infatti, comportano un impegno notevole e prestazioni di alto livello, ma spesso l’organizzazione del lavoro in Italia non consente che le donne possano arrivare ai vertici.
Come spiega lo psichiatra:
Lo stress da lavoro si manifesta con sintomi d’ansia, insonnia, malesseri come mal di schiena e problemi intestinali. Piano piano, si perde la capacità di saper rispondere alle richieste che arrivano dall’ambiente circostante, la persona stressata si sente sempre più marginale, inerme, passiva, fino all’emarginazione. Il risultato è che abbiamo perso un lavoratore, ma anche una persona. E soprattutto nel caso della donna – la cui identità e autostima sono ormai legate al lavoro e non solo all’immagine tradizionale di moglie, madre e custode della casa – a pagare il prezzo di questa perdita è anche la famiglia.
Nonostante la legge, dal 2010, obblighi le aziende a misurare lo stress a cui sono sottoposti i dipendenti, solo il 20% ha preso iniziative in merito. Ecco, perché c’è ancora molto da fare per evitare che i disturbi psichici possano aumentare, a danno non solo della salute del lavoratore, ma anche dell’azienda stessa che deve fare i conti con assenze e cali di produttività.