Ho incrociato dei diciottenni sulla metropolitana. Si stavano già preparando ai festeggiamenti per l’esame di maturità: non parlavano di paure, ansia prima degli esami, emozioni o luoghi, ma di alcolici, di quali preferivano portare per sbronzarsi. Particolarmente propositive le ragazzine. Bocciati o promossi l’obiettivo era rigorosamente sempre lo stesso: bere fino allo stordimento. Sono rimasta di pietra!
I dati che leggiamo sull’abuso di alcool nascono da qui, ma ci sembrano sempre troppo lontani, non reali e forse non ci diamo abbastanza peso. Di questo e molto altro si parlerà il prossimo 29 Aprile nel corso dell’Alcol Preventivon Day, culmine del mese della prevenzione alcologica. La giornata è stata organizzata dall’Iss, dall’Osservatorio Nazionale Alcol e dall’OMS, in collaborazione con la Società Italiana Alcologia (SIA), l’Associazione Italiana Club Alcolisti in Trattamento (AICAT) e l’Eurocare.
Nel corso del convegno saranno presentati gli ultimi dati Istat al riguardo che confermano il trend: rispetto a 10 anni fa, oggi si beve molto di più lontano dai pasti. Non si sorseggia più, mangiando, un buon bicchiere di vino, ma si assumono aperitivi, drink, amari e superalcolici. L’età? A partire dagli 11 anni. Per lo più rispetto al passato, il fenomeno è fortemente in crescita nel sesso femminile ( un aumento del 23,6% contro il 6,2% dei maschi).
La crescita è alta soprattutto fino ai 24 anni, con particolare riferimento agli adolescenti. Considerando la fascia dei 14/17 anni, tra il 1999 e il 2009 si è passati dal 15,4% al 18,9%. Ma cosa è cambiato negli ultimi anni? Sicuramente gli imput sociali economici e mediatici. Sono cambiati i nostri bambini, più indipendenti con soldi, telefonini ed orari molto più elastici di 10 anni fa. Forse non gli abbiamo neppure insegnato a socializzare adeguatamente.
L’abuso è aumentato anche tra gli anziani forse troppo soli e distanti da una società che corre e si informatizza. Certo è che chi lavora nel campo della prevenzione ha dovuto adeguarsi e lavorare sodo. Il punto della situazione e nuove proposte saranno fatte nel corso del convegno: come agire preventivamente nei luoghi a rischio: scuole, ma anche luoghi di lavoro!
Vorrei però fare una riflessione. Spesso leggiamo di ricerche scientifiche che spiegano ad esempio quanto faccia bene il vino: ricordiamo che la bevanda contiene sicuramente antiossidanti (è fatta con l’uva che è un ottimo frutto!), ma che è anche ricca di alcol, tossico per il nostro organismo. Nessun ricercatore, che firma questi studi, dirà mai che bere fa bene: a leggere attentamente si evince solo che un elemento contenuto può essere salutare. Molto possiamo fare anche noi tenendo presente come l’alcolismo possa essere pericoloso per la collettività, oltre che per il singolo individuo. Difficilmente dimenticherò le parole di quella ragazzina:
Se non mi ubriaco non mi diverto!
[Fonte: ISS]