Sono passati 25 anni dal disastro di Chernobyl ed ancora non è chiaro quali siano stati gli effetti delle radiazioni sulla salute della popolazione colpita. Gli studi scientifici al riguardo sembrano contrapposi l’uno all’altro, ma una cosa è certa: questa drammatica esperienza servirà affinché non si ripetano i medesimi errori a Fukushima. Dopo il 26 Aprile del 1986 a Chernobyl sono cambiate le strategie sulla sicurezza nucleare, gli standard per le radiazioni internazionali, le procedure di risposta alle emergenze e la mitigazione delle conseguenze. Tutto è stato rivisto dopo l’incidente, ma gli studi sugli effetti delle radiazioni a lungo termine sono ancora in corso. In particolare nell’immediato è stato possibile evidenziare un numero limitato di decessi: due persone hanno perso la vita al momento dell’esplosione dell’impianto e 29 nei giorni immediatamente successivi a causa del forte impatto con le radiazioni.
Tre le fasce di popolazione coinvolta direttamente: circa 350.000 “liquidatori”, ovvero coloro che si sono occupati della pulizia del materiale radioattivo e della successiva messa in sicurezza della centrale nucleare, 116.000 le persone evacuate nei mesi successivi all’incidente e 230.000 quelle trasferite successivamente. I fatti sono avvenuti in Ucraina, ma il materiale radioattivo ha raggiunto abbondantemente anche l’Europa, la Russia e la Bielorussia e l’area nei dintorni della centrale risulta ancora contaminata. Secondo un’analisi approfondita realizzata nel ventennale dell’incidente dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) in collaborazione con le Nazioni Unite, sono certi gli aumenti di cancro alla tiroide collegati ai fatti, anche e soprattutto nella popolazione più giovane: i bambini e gli adolescenti del 1986.
Una gran parte di queste neoplasie si sarebbero potute evitare con l’adeguata profilassi e la sospensione dell’assunzione di latte proveniente dalle zone contaminate. Altre certezze ci sono riguardo al numero degli aborti spontanei, delle diminuzioni della fertilità, oltre che la nascita di bambini malformati. Il gruppo di esperti ha concluso che ci possono essere attualmente fino a 4.000 decessi per cancro in più tra le categorie maggiormente esposte. Sembrano inoltre correlati disturbi alla cataratta, malattie cardiovascolari e disagi psicologici. Non risultano invece rilevanti i numeri riguardo l’aumento di forme di leucemia o altre forme cancerose oltre la tiroide, in tutti gli altri Paesi colpiti da contaminazione, ma, spiegano gli esperti, occorrono ancora ulteriori valutazioni. La questione dopo un quarto di secolo non si è ancora risolta. Purtroppo.
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[Fonte: OMS]