Quattro milioni di italiani cercano informazioni sulla salute in Rete. Negli ultimi tre anni, la percentuale di navigatori che va su Internet e digita tematiche più o meno specifiche inerenti alla salute è passata dal 2,8 al 13,1: uno su 10 arriva anche a contestare al proprio medico la diagnosi, grazie alle informazioni raccolte indipendentemente.
A riportare questo quadro è il Cnr – Centro Nazionale delle Ricerche. Dati Censis alla mano, ha pubblicato un dossier specifico sulla sua rivista Focus.it. C’è, naturalmente, un però. I rischi…
Il web offre estrema facilità di accesso alle informazioni. Troppe, però, e non sempre affidabili. Ed ecco nascare una nuova generazione di malati immaginari. Li chiamano cybercondriaci, e sono vittime della (dis)informatica. C’è un modo, comunque, per salvarsi e orientarsi nell’overdose di nozioni, informazioni e fonti offerta dal Web.
1. Controllare prima di tutto se il sito che state consultando – e al quale state affidando la vostra diagnosi – abbia la certificazione del bollino di qualità. Il più famoso si chiama Honcode (Health on the net foundation, che esiste dal 1995).
2. Consultare il sito del Ministero della Salute. Il dicastero, infatti, ha raccolto e messo on line i link di 53 associazioni di pazienti.
3. Il portale Partecipa Salute offre informazioni utili. Interessante la rubrica Miti da sfatare.
4. Nascono i social network di settore, sulla scia del successo dell’ormai onnipresente Facebook: in America si chiama Patients like me (“Pazienti come me”). Ma invece che creare una community di ipocondriaci, non è meglio vedere un medico in carne e ossa? (Va anche detto che negli Usa la salute è un lusso privato, però).
5. Infine, attenzione ai farmaci on line. Tre volte su 5, l’acquisto di farmaci on line porta ad altri risultati rispetto a quelli desiderati. A casa vi vedrete arrivare altro, e lo pagherete molto. Meglio evitare.