L’epidemia di obesità ha colpito tutto il mondo, ma non riusciamo quasi mai a capire il perché. Alcuni motivi per una persona non valgono per un’altra, e questo perché che ci sono almeno 10 fattori (e non solo uno) per cui ciò accade. Un rapporto pubblicato sull’Harvard Business Review da Lawrence Frank dell’Università della British Columbia, ha analizzato le condizioni che fanno aumentare l’incidenza dell’obesità nella città americana di Washington. I suoi dati però possono andare benissimo anche per la maggior parte dei Paesi Occidentali, compresa l’Italia.
Ecco dunque i 10 motivi che si estrapolano dalla sua ricerca:
1. Automobili. C’è una correlazione inversa tra i tassi di obesità e il tasso degli spostamenti in bicicletta o a piedi. Felix Salmon la chiama la “Dieta Urbana”, notando che le persone che non hanno una macchina non possono riempire i loro frigoriferi con una tonnellata di cibo, e devono pensare meglio a ciò che mangiano. Inoltre per fare la spesa devono spostarsi a piedi o in bicicletta, bruciando più calorie di chi si sposta in macchina.
2. Città e Paese. A seconda di dove si vive c’è una maggiore o minore possibilità di diventare obesi o in sovrappeso. La dieta tipica americana è molto più ricca di calorie rispetto a quella Mediterranea, ma anche all’interno del nostro Paese la cucina tipica locale cambia molto, ed in molte Regioni come ad esempio Calabria, Lazio o Sicilia si segue una dieta molto più “pesante” rispetto ad altre zone d’Italia.
3. Crisi economica. Non si vedeva un aumento improvviso di obesità dalla Grande Depressione. Il motivo è presto detto: i cibi meno sani costano meno di quelli salutari, e se si hanno pochi fondi per far la spesa, si finisce con l’acquistare il cibo spazzatura più facilmente.
4. Periferia. I ricercatori stanno scoprendo che gli abitanti delle periferie sono notevolmente più grassi rispetto a coloro che abitano in centro, soprattutto perché guidano per andare ovunque, anche in palestra. La maggior facilità di raggiungere qualsiasi meta a piedi per chi abita in centro gli consente di muoversi di più.
5. Architettura. Tim Townshend, un pianificatore della città di Newcastle ed ex accademico, è uno di quelli che suggeriscono che i nostri spazi pubblici, le città, periferie e centri commerciali, ci insegnano una cultura che consuma energia senza spenderla, incoraggiando l’inattività e le cattive abitudini alimentari. Un esempio? Quasi tutti i centri commerciali hanno sostituito con le scale mobili quelle classiche, e chi prende più le scale quando entra in un palazzo, se c’è l’ascensore?
6. Costo della benzina. Noi ci lamentiamo che il costo della benzina è alto, ma se fare il pieno ci costasse 3-400 euro prenderemmo più l’automobile?
7. Essere circondati dai fast food. Un nuovo studio canadese ha stabilito che esiste una relazione diretta tra il tasso di obesità di una città e il numero dei ristoranti fast food pro capite.
8. Governo. Michael Pollan rileva che la politica del Governo determina ciò che mangiamo. Egli cita uno studio dell’Università di Washington, che ha stabilito che un dollaro compra 1200 calorie di biscotti o di patatine, ma solo 250 calorie di carote.
9. Prodotti chimici. Gli esperimenti effettuati all’Università della California di Irvine da Bruce Blumberg indicano che i perturbatori endocrini (utilizzati nelle manipolazioni genetiche degli OGM) fanno ingrassare. Un esempio è il tributilstagno che regola l’attività delle cellule del grasso negli animali, ma aumenta le cellule adipose nell’uomo.
10. Case grandi. E’ un dato statistico: le persone che vivono negli appartamenti piccoli sono più magre di quelle che occupano quelli grandi. Sarà l’ambiente che si adatta alla persona, la quale si costruisce volontariamente case più grandi, o è la persona che si adatta all’appartamento in cui vive? Questa domanda non ha ancora una risposta.
[Fonte: Treehugger]