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L’inquinamento provoca anche l’otite media

Non bastavano i tumori e l’appendicite, adesso l’inquinamento atmosferico colpisce anche le orecchie. I passi in avanti effettuati nel miglioramento della qualità dell’aria da alcune nazioni nel corso degli ultimi dieci anni ha fatto notare questa novità, dato che è stato considerato un fattore in meno nei casi di infezioni all’orecchio (otite media) nei bambini.

Questi risultati provengono da nuova ricerca presentata all’American Academy of Otolaryngology-Head and Neck Surgery Foundation (AAO-HNSF) Annual Meeting & OTO EXPO 2009, che si è tenuto a San Diego, California, e che si è concluso nei giorni scorsi. Lo studio, che ha utilizzato i dati del National Health Interview Survey, un sondaggio effettuato su 120.060 bambini tra il 1997 ed il 2006, è servito per misurare quanti casi si sono verificati ogni anno, rispetto a quello passato, delle tre condizioni della malattia per ogni soggetto in questione: frequenza di comparsa dell’otite media (UFM, 3 o più infezioni alle orecchie nei 12 mesi precedenti), allergie respiratorie, ed il numero di attacchi della malattia.

Con questi numeri poi sono stati fatti riferimenti incrociati con i dati dell’Environmental Protection Agency (EPA), l’agenzia nazionale che si occupa del miglioramento della qualità ambientale,  che riguardavano la qualità dell’aria nello stesso periodo. Gli autori hanno scoperto che quando migliorava la qualità dell’aria, il numero dei casi di otite media diminuiva.

Gli autori credono che la loro ricerca abbia un significato sia medico che politico. Credono infatti che confermare i benefici della nuova Clean Air Act del 1990, che ha dato all’EPA maggiore autorità per applicare e far rispettare le norme sulla riduzione delle emissioni inquinanti nell’atmosfera, abbia giovato alla salute dei cittadini. Credono anche che i risultati, basati su una popolazione su larga scala, mostrino che tali miglioramenti possono avere un beneficio diretto sulla qualità della salute, come l’otite media. L’otite media è una delle malattie più comuni tra i bambini, con costi annuali diretti e indiretti valutati su 3-5 miliardi di dollari.

[Fonte: Sciencedaily]