Diverse novità hanno caratterizzato l’ultima edizione del Premio Nobel per la medicina. Dal punto di vista scientifico, si è dato molto peso alla ricerca sulle cellule staminali, una frontiera che, come una delle ricercatrici premiate ha sottolineato, fino a qualche anno fa non sarebbe stato possibile intraprendere a causa delle limitazioni nella ricerca imposte dalla politica.
Dal punto di vista etico, la novità è che per la prima volta nella storia del premio dell’accademia svedese, viene dato a due donne contemporaneamente, mentre finora era risultato al massimo assegnato ad una donna sola, come accadde con l’italiana Rita Levi Montalcini. Le due donne premiate sono Elizabeth H. Blackburn e Carol W. Greider, entrambe statunitensi, insieme all’anglo-canadese Jack W. Szostak, per la ricerca che renderà più semplice capire il segreto della longevità.
Secondo i ricercatori, esistono delle strutture che proteggono le estremità dei cromosomi, chiamate telomeri, mentre l’enzima che li costituisce si chiama telomerasi. In breve, i cromosomi subiscono dei danni, e quanti più danni subiscono, tanto in fretta il fisico invecchia. La ricerca afferma che proteggendo la telomerasi grazie alle cellule staminali, si proteggono i cromosomi, e tanto più si producono telomeri, tanto più lenta sarà il degrado dei cromosomi e l’invecchiamento del corpo umano.
Il premio è stato assegnato perché, per quanto nuova e affascinante, la ricerca apre la strada non solo alla ricerca per ottenere il famoso “elisir di lunga vita“, ma anche per nuove ricerche sui tumori ed una nuova frontiera per le staminali.
Si tratta di un contributo importante, che ci ha permesso di conoscere meglio la struttura dei cromosomi, con importati riflessi sullo studio dell’invecchiamento e del cancro
spiega Giovanni Neri, direttore dell’Istituto di genetica medica dell’Università Cattolica di Roma. Ovviamente ora non sarà di certo semplice arrivare a vivere 200 anni o più, ma se la ricerca sulle staminali non sarà di nuovo bloccata come fece Bush 10 anni fa, probabilmente tra qualche anno riusciremo almeno a sconfiggere il problema del cancro, e a vivere in salute qualche anno in più.
[Fonte: Repubblica]