La salute in città è a rischio. Non c’è in tutta Italia un’area metropolitana in condizioni ottimali. E’ ciò che emerge dal Primo rapporto Osservasalute dedicato a queste zone. A essere sotto inchiesta è essenzialmente l’ambiente, non adeguatamente curato: viviamo in città piene di smog, con poco verde e sovraffollate.
I rischi di tutto ciò si riversano direttamente sulla nostra salute, o addirittura sul nostro DNA (qui). E questo proprio nell’anno che l’OMS dedica alla Salute Urbana! Ma lo studio va oltre e analizza vari aspetti di ben 15 aree metropolitane: Torino, Milano, Venezia, Trieste, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Reggio Calabria, Palermo, Messina, Catania, Cagliari.
Sono stati analizzati e confrontati diversi parametri: l’inquinamento, l’offerta e l’organizzazione dei servizi sanitari, la densità della popolazione, la quantità del verde cittadino, l’età media degli abitanti, il tasso di natalità, mortalità e morbilità (ovvero di malattia).Vediamo nel dettaglio cosa è emerso.
Occorre subito dire che da nord a sud non c’è di che stare tranquilli. Questo in contrapposizione a quella che era la situazione nelle varie regioni, presentata nel Rapporto Osservasalute Nazionale (approfondisci).
Ecco allora che Torino risulta essere la città con la migliore organizzazione sanitaria, ma anche quella con la peggiore qualità dell’aria.
Milano è la città con le neomamme più vecchie (32,1 anni in media) ed in maggior numero di interruzioni volontarie di gravidanza (IVG), con un 12,8% contro la media nazionale di 9,67. La capitale lombarda si dimostra comunque adeguatamente attenta allo sviluppo di un ambiente eco-compatibile: ha attivato un importante lavoro sulla gestione delle acque reflue, ma non è abbastanza. Poche aree verdi e scarsa qualità dell’aria.
Al contrario, Napoli è la città italiana con il maggior tasso di natalità (1,507 figli per donna contro un tasso medio italiano di 1,311) e le mamme più giovani: 29,6 anni (a pari merito con Catania), rispetto alla media nazionale di 31,1 anni. E’ in generale la città più giovane, ci sono cioè meno anziani, ma questo anche perché si muore di più e prima. L’aspettativa di vita è minore di 3 anni rispetto al resto del paese.
Roma, ricca alberi e zone verdi anche in prossimità del centro storico, ma soprattutto in provincia, è invece la città con meno centraline di monitoraggio per la qualità dell’aria. Ovvero scarsa attenzione al problema. Ma i verdi polmoni urbani mitigano l’alto tasso di inquinamento, per fortuna!
A Messina invece, curiosamente, tra le città con minori aree verdi, si muore meno di malattie respiratorie come l’enfisema, le infezioni polmonari o l’asma bronchiale, rispetto al passato. In aumento invece i decessi per malattie dell’apparato cardiocircolatorio (infarto, ictus ecc).
Insomma, tanti dati e cifre che devono spingere le istituzioni ad una seria riflessione. Le aree metropolitane sono troppo popolate, piene di anziani, la mortalità è molto più alta rispetto al resto d’ Italia e si sviluppano malattie che potrebbero essere evitate con la prevenzione e l’assistenza sul territorio.
Il Rapporto Osservasalute Aree Metropolitane 2010 è stato realizzato dall’Osservatorio Nazionale per la Salute nelle Regioni Italiane, dell’Università Cattolica di Roma, coordinato dal professor Walter Ricciardi, Direttore dell’Istituto di Igiene della Facoltà di Medicina e Chirurgia.
[Fonte: OsservaSalute]