Un’incredibile ed articolata truffa ai cittadini e al servizio sanitario nazionale è stata perpetrata dai titolari di una farmacia di Novi Ligure ed ampiamente documentata in video attraverso un’inchiesta della trasmissione televisiva Le Iene. Un nuovo scandalo della sanità che coinvolge di sicuro più persone, anche al di fuori delle farmacie e su cui occorrerà fare chiarezza. Ma vediamo di preciso di cosa si è trattato. La denuncia è partita da un giovane farmacista dipendente dell’esercizio e che ora ha ovviamente perso il posto di lavoro.
“Non riuscivo più dormire la notte…non ho scelto di fare il farmacista per questo …e mettere a repentaglio la salute dei pazienti”.
Cosa accadeva nella suddetta farmacia è stato documentato da un infiltrato, studente aspirante farmacista che con telecamera nascosta fornita dalla redazione, si è fatto assumere ed ha potuto verificare sul campo le malefatte. Le lezioni (date senza il neppur minimo imbarazzo) hanno riguardato il come cercare di vendere al banco più farmaci e parafarmaci possibili al cliente e la raccolta delle fustelle (gli adesivi con codici a barre che dalle scatole dei medicinali si mettono sulle ricette mediche e si spediscono per il rimborso alla regione): arrivate ad esempio 40 scatole di un determinato tipo di farmaco, 2andavano messe a posto, mentre alle altre andavano tolte le fustelle che in un secondo momento vengono applicate a ricette preconfezionate (realizzate da chi? Sicuramente medici compiacenti) pronte per essere spedite.
Le scatole defustellate? Gettate tra i farmaci scaduti o meglio ancora rivendute al banco (per un doppio guadagno). Non basta però perché il peggio ha riguardato la preparazione dei prodotti galenici: realizzati ovviamente in modo incongruo (senza pesare i principi attivi e con troppe poche attenzioni di vario tipo) con serio rischio per la salute dei pazienti. Il tutto tra battutine e risatine di una normale prassi lavorativa. Agghiacciante. La conclusione siè avuta dai Carabinieri con la chiusura della farmacia!
La Federfarma ha subito preso le distanze dalla titolare dell’esercizio in questione (si costituirà come parte lesa) che ha in questo modo messo in cattiva luce tutta la categoria dei professionisti del settore, in questo periodo già in lotta sulla questione delle liberalizzazioni. Anzi la presidente Annalisa Racca ha evidenziato come
“Si tratta di un episodio isolato che offusca la reputazione di un’intera categoria che quotidianamente opera con professionalità e serietà”.
Non è della stessa opinione il Movimento nazionale liberi farmacisti, che invece denuncia:
“Sono anni che denunciamo una diffusa illegalità nella farmacia italiana, ma nessuno ha dato seguito ai nostri richiami. Alcune delle ‘pratiche’ rilevate durante il programma come la consegna senza ricetta e il ‘defustellamento’ delle confezioni di farmaci sono utilizzate da molte farmacie su tutto il territorio nazionale”.
Vogliamo essere fiduciosi e pensare che abbiano torto, ma la facilità con cui il meccanismo della farmacia di Novi Ligure veniva praticato, non ci lascia grandi speranze. Di sicuro saranno necessari controlli a tappeto (la Federfarma non ha perso l’occasione per sottolineare come l’aumento del numero delle farmacie previsto dalla normativa sulle liberalizzazioni, possa complicare tali verifiche). Ma una nota positiva esiste e voglio concludere con le parole di Mario Giaccone Delegato regionale per il Piemonte della Fofi (Federazione Ordine dei Farmacisti Italiani) che ha scritto al ragazzo che ha denunciato il caso ed ora è disoccupato, una sentita lettera aperta. Ecco qualche brano che restituisce umanità (ma non un lavoro) al tutto:
“Ti scrivo per ringraziarti del gesto di coraggio che ha permesso di smascherare i comportamenti deontologicamente e moralmente inqualificabili della collega di Novi Ligure. In un paese in cui troppo spesso si “guarda da un’altra parte” è una piccola consolazione che sia stato un farmacista a non distogliere lo sguardo da ciò che andava denunciato.[ …… ] Nel chiederti scusa a nome di tutti noi, in particolare i più anziani, che più doveri hanno verso chi si affaccia alla nostra professione, ti rinnovo la stima e propongo un incontro, nel quale potremo vedere insieme la realtà delle molte farmacie sane dove il lavoro e il cittadino sono rispettati e nel quale tu possa constatare direttamente come il farmacista agisce correttamente con senso di sacrificio, al servizio degli altri, aspirando soltanto a un equo riconoscimento per aver svolto il proprio dovere. [……] Ti garantisco che saranno presi i provvedimenti necessari […..] Colgo l’invito col quale termina il servizio dal quale la vicenda ha preso l’avvio: non posso garantirti un nuovo posto di lavoro ma tutto l’impegno perché il tuo coraggio e l’attaccamento alla professione siano giustamente riconosciuti”.
Foto: Thinkstock
Fonte: Fofi e Federfarma