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Defibrillatori? Ora obbligatori nelle società sportive

La speranza è che possa evitare le tragedie che saltuariamente registriamo sui campi da gioco di ogni sport: nel decreto appena firmato dall’uscente ministro della Salute Renato Balduzzi è stata introdotta l’obbligatorietà della presenza del defibrillatore nelle società sportive.

L’importanza di questo strumento è apparsa essere vitale nei casi di cronaca nei quali improvvisi attacchi cardiaci, non prontamente affrontati, hanno portato alla morte dell’atleta. La mancanza di un defibrillatore a disposizione e la conseguente necessità di attesa del pronto intervento hanno purtroppo in alcuni casi fatto la differenza. Dall’obbligo di possedere questo mezzo sono esentate le società che svolgono sport come bocce, biliardo o golf. Ed i tempi di adeguamento concessi agli interlocutori interessati vanno dai sei mesi per le società professionistiche ai 30 di quelle di dilettanti. Dovrà inoltre essere presente del personale preparato in grado di utilizzare il defibrillatore.

Non solo: è scattato anche l’obbligo del rilascio del certificato medico che attesti l’idoneità anche per praticare le discipline sportive di tipo dilettantistico. Quest’ultimo, dalla validità biennale può essere rilasciato anche dal medico di famiglia per coloro che intendono fare sport a livello amatoriale fino ai 55 anni se uomini o i 65 anni se donne. Ovviamente il rilascio passa per l’assenza di patologie evidenti o fattori di rischio per la salute.

La validità dell’idoneità scende ad annuale se si superano i suddetti limiti di età e se si è affetti dalle seguenti condizioni: ipertensione, fumo, colesterolo e glicemia alta, diabete di tipo II, obesità, familiarità per ciò che concerne disturbi cardiaci. La visita comprenderà anche un elettrocardiogramma a riposo e la misurazione della pressione. Per le attività che riguardano un impegno cardiovascolare elevato come nuoto, ciclismo, sci e podismo, saranno necessari ulteriori esami.

Decisioni che da tempo era necessario venissero prese per la tutela della salute delle persone e che finalmente sono divenute realtà. Voi cosa ne pensate? Siete d’accordo con noi? Un approccio di questo genere può fare la differenza?

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