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Runners: consigli per cominciare a correre

 

Dopo aver puntato i riflettori sul semplice gesto del camminare, magari velocemente, con costanza, senza indulgere a soste continue davanti alle vetrine (quello si chiama shopping e non fa bene né alla salute né al portafogli) proviamo a ve­dere cosa bisogna fare per iniziare a correre. Non che sia indispen­sabile diventare dei podisti (o run­ners o joggers, a seconda dei casi e del vocabolario che si usa) ma se già da due mesi avete comin­ciato a fare attività fisica, arrivando a camminare velocemente, senza fare molta fatica e riuscendo per­sino a conversare, avrete capito da soli che è arrivato il momento di correre.

 Ve lo chiedono le vostre gambe, ve lo chiede espres­samente il vostro corpo, che lo vo­gliate o meno. I consigli che mi sento di darvi sono semplici, basilari, vorrei dire di buon senso. Per ora accontentatevi di prendere confidenza con il terreno, con le scarpe, con il sudore, le endorfine, la fatica iniziale. Se arrivate da un periodo di walking già dovreste avere i muscoli rodati e limitare al minimo i possi­bili fastidi a polpacci, tendini, ginocchia, essendo quella della corsa una pratica sportiva che ne­cessita di adattamenti importanti per il fisico.

 Poi c’è da considerare lo stato mentale. Camminare ve­locemente non è la stessa cosa che correre lentamente, anche se in termini pratici (diciamo minuti impiegati per fare un chilometro) la differenza è minima. Tutte cose che comunque imparerete strada facendo. Seguendo questi appunti di viaggio:

 Iniziate lentamente. Partire con troppa foga, troppa velocità senza considerare che l’organismo è in rodaggio, aumenta le possibilità di fermarsi dopo 5′ con il cuore in gola, il respiro affannoso, una pes­sima sensazione di bruciore al petto e le gambe di legno. L’approccio deve essere moderato, deve risultare piacevole, ma per riuscirci, come in tutte le cose della vita, occorre un po’ di disciplina. Non ha senso correre solo il sabato o la domenica; il vostro fisico non si adatterà mai e voi passerete i due-tre giorni successivi con il mal di gambe ed il terrore di ricominciare.

Per ottenere dei benefici è fonda­mentale cominciare con almeno due-tre uscite, distribuite in modo regolare nell’arco della settimana (lunedì, mercoledì, venerdì oppure martedì, giovedì e domenica). Se siete neofiti assoluti, se non avete mai corso (possibile?) al­meno inizialmente alternate marcia veloce e corsa per preparare le gambe a sopportare carichi diversi. Nelle prime uscite cercate di stare tra i 30 ed i 45 minuti. Se ne avete le possibilità evitate di correre in mezzo o anche solo in prossimità del flusso del traffico.

 Oggi giorno tutte le città hanno per­corsi vita, piste di atletica fruibili, zone pedonali. Chi abita in campa­gna o vicino al mare non ha nem­meno il disturbo di cercare troppo. Se proprio non avete alternativa alla strada ricordatevi una elemen­tare norma di prudenza: correte sempre in direzione opposta al senso del traffico, in modo da ve­dere le auto davanti a voi, mai alle spalle. E’ preferibile correre su una superficie morbida come erba o sentieri sterrati. In questo caso fate molta attenzione alle insidie nasco­ste: buche, avvallamenti del ter­reno, radici scoperte, aghi di pino che possono far scivolare, sassi sporgenti.

Chi ha la fortuna di poter correre sulla spiaggia deve solo evi­tare di farlo seguendo la pendenza dei bagnasciuga. All’inizio potreste non farci molto caso, ma se la cosa si ripete con continuità, il modo di correre innaturale, con il corpo spo­stato tutto da una parte ed il peso caricato su una sola gamba po­trebbe darvi seri problemi. Chi corre lungo strade asfaltate, infine, oltre a fare attenzione ai veicoli deve va­lutare bene dove mette i piedi. Si può seguire il ciglio della strada, dove solitamente resiste un po’ di verde o un po’ di ghiaietta, oppure salire direttamente sul marciapiedi, dove esiste.

 Anche in questo caso sarà il vostro corpo a darvi la rispo­sta giusta: c’è chi accusa noiose tendiniti correndo su strada e chi invece si trova malissimo sullo ster­rato. Chi ha la possibilità può cor­rere in pista, ma in questo caso occorre avere una forte volontà, visto che inanellare giri su giri può diventare noioso. Provate ad alter­nare il senso di marcia, se non altro vi servirà per evitare di sovraccari­care sempre sulle stesse articola­zioni, dovendo fare due curve ogni 400 metri.

Finché non riuscirete a correre per almeno 30′ senza fer­marvi mai, evitate di fare per­corsi ondulati o addirittura in salita. Gli indolenzimenti muscolari più fre­quenti in chi inizia a correre riguar­dano solitamente la parte anteriore delle cosce, i polpacci e le articola­zioni delle caviglie, delle ginocchia e delle anche. Tutti malanni che do­vrebbero cessare non appena il vo­stro corpo si sarà adattato a questo nuovo tipo di sforzo. Un buon anti­doto che posso consigliarvi, oltre a 15′-20′ di stretching a fine corsa, è quello di fare un bagno caldo. Se i dolori persistono rivolgetevi ad un medico sportivo o ad un prepara­tore: potreste sbagliare l’appoggio dei piedi, lo stile di corsa o, molto più probabilmente, il tipo di scar­pette che avete comperato.