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Adalimumab, si può prendere in gravidanza?

 

 

 

 

Quello della gestazione è un periodo molto sensibile per le donne, a causa del cambiamento ormonale e fisico del proprio corpo. Vediamo insieme se è possibile prendere in gravidanza l’adalimumab.

L’adalimumab è un farmaco immunosoppressor (un anticorpo monoclanale ricombinante e citochina naturale, N.d.R.) che viene utilizzata per rispondere a problemi di infiammazione e problemi immunitari. Questo medicinale viene di solito utilizzato per il trattamento di diverse malattie autoimmuni come la spondilite anchilosante, il morbo di Crohn, l’ artrite reumatoide e la psoriasi.

Il farmaco in questione ha un emivita di 10-20 giorni ed attualmente non sono conosciuti dei dati relativi al suo passaggio placentare. Le scarse informazioni presenti sul medicinale sono dovute in generale alla commercializzazione recente dello stesso al pubblico. A proposito del primo trimestre di gravidanza non si hanno quindi molti particolari: i dati sono molto limitati e basati su piccoli campioni bambini esposti quando all’interno del grembo della madre.

Diversi studi, in particolare retrospettivi, non hanno fatto registrare un aumento significativo di anomalie congenite. Quelle riscontrate, come la displasia dell’anca, la microcefalia ed il criptorchidismo non mostrano una correlazione spiccata con il medicinale. Va però sottolineato che si tratta comunque di dati preliminari. Per sicurezza sarebbe bene astenersi dall’assunzione di adalimumab nel corso del primo trimestre, soprattutto per via dei risultati di una ricerca recente che collegherebbe al farmaco delle anomalie congenite delle vertebre, atresia anale, cardiaca, tracheo-esofagea, renale e degli arti.

Per ciò che riguarda il secondo ed il terzo trimestre di gravidanza, con i dati in possesso attualmente, non può essere dismessa ne dimostrata la presenza di anomalie del sistema immunitario fetale. Questo medicinale contro le malattie autoimmuni ha mostrato di passare scarsamente nel latte materno. Se l’assunzione in gravidanza viene sconsigliata, è possibile valutare caso per caso insieme al medico quella relativa all’allattamento al seno se necessario.

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