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Alexis St.martin: una finestra sullo stomaco

Il 6 giugno 1822, allo scalo di Mackinac, sull’ istmo tra i laghi Michigan e Huron, un trapper franco-canadese di nome Alexis St. Martin se ne stava insieme ad un gruppo di cacciatori quando d’improvviso da un fucile partì accidentalmente un colpo, ad un metro da lui. Alexis stramazzò al suolo in una pozza di sangue, con l’addome squarciato. Fu trascinato d’urgenza al Forte militare, dove un ex aiuto-chirurgo dell’esercito americano, il dottor William Beaumont, dopo aver estratto qualche scheggia, fasciata la ferita e somministratogli un “tonico” a base di vino rosso, se ne andò sconsolato dicendo: “Quest’uomo non vivrà più di trentasei ore!…”

Ma fortunatamente per Alexis le cose volsero al meglio, e, seppure lentamente, si rimise in sesto. Non sapeva che quella brutta avventura l’ avrebbe fatto diventare – suo malgrado – un protagonista della ricerca medica, contribuendo al progresso nelle conoscenze sul succo gastrico. Sì, perché di quella brutta ferita residuò una fistola cioè una specie di canalino che metteva in comunicazione l’interno dello stomaco con la parete addominale, ossia con l’esterno. Una fistola che non accennò mai a chiudersi definitivamente: nel corso dei mesi, sulla sua apertura anteriore si formò una sottile membrana che chiudeva, a mo’ di finestra, l’apertura stessa e impediva al contenuto gastrico di fuoriuscire.

Beaumont, che nel frattempo – impietosito della sorte di Alexis – lo aveva accolto con un piccolo stipendio come aiutante nella sua famiglia, decise allora di sfruttare quella fistola per guardare direttamente nello stomaco e studiare ciò che avviene durante il digiuno e nelle varie fasi della digestione.


A quei tempi, nonostante le ricerche condotte qualche decennio prima dall’abate-naturalista Lazzaro Spallanzani, poco si conosceva sul succo gastrico; in ogni caso, nessuno l’aveva mai studiato in quel modo, “in diretta”. Si stabilì così tra i due uno strano rapporto medico-paziente, nel quale il primo svolgeva il ruolo di sperimentatore, il secondo di cavia. E a partire dal 1° agosto 1825, a più riprese per un totale di otto anni attraverso quella finestra sullo stomaco Beaumont poté osservare ogni possibile modificazione che si verificava non solo in coincidenza dei normali eventi fisiologici dello stomaco ma anche di particolari situazioni emotive come l’ansia, la paura, l’ira, la delusione.

Dati i tempi, per i suoi esperimenti, disponeva di mezzi assai semplici, come una lente di ingrandimento e di un termometro; per il resto faceva tutto a occhio. Per ottenere il succo gastrico inseriva nello stomaco, direttamente attraverso la fistola, un tubicino di gomma del calibro di una penna per scrivere, spingendolo nell’interno per una quindicina di centimetri. Nei primi esperimenti Beaumont calcolò qual è il tempo necessario per la digestione di singoli alimentii sia nell’interno dello stomaco sia in vitro , cioè in frammenti di cibo posti in provette di vetro contenenti succo gastrico prelevato in precedenza ad Alexis.

I risultati collimavano perfettamente con quelli ottenuti (con mezzi ancora più semplici) da Spallanzani, che, diversamente da quanto si era pensato per secoli, nello stomaco i cibi vengono ridotti in frammenti non per azione delle contrazioni delle pareti gastriche ma più semplicemente per azione del succo gastrico acido. In particolare, Beaumont poté stabilire che il cavolo e il pane sono quelli che vengono digeriti più rapidamente, seguiti dalla carne di maiale e dal bollito di manzo; quest’ultima viene digerita più lentamente se finemente macinata.

Beaumont fece inoltre preziose osservazioni, decisamente innovative, sulla motilità dello stomaco, dimostrando inoltre che nella composizione chimica del succo gastrico il principale acido libero è l’acido cloridrico. Ma, oltre che osservazioni di chimica, egli condusse anche indagini davvero pioneristiche sulle modificazioni che la secrezione di succo gastrico subisce in rapporto ad eventi psichici: scoprì in tal modo che- in linea generale- le situazioni di stress riducono la quantità di succo gastrico secreto, quelle liete l’aumentano: evidentemente, in funzione di influenze dirette nervose sui vasi sanguigni dello stomaco.

Nel 1853, un anno prima che, definitivamente stanco di quegli esperimenti, Alexis piantasse il ricercatore per tornare a mettere le sue trappole nelle foreste canadesi in cerca di lontre, castori e visoni, Beaumont comunicò al mondo medico i risultati in un famoso studio stampato a Plattsburg (N.Y.). Nulla riuscì a convincere Alexis a sottoporsi ad ulteriori prove, nemmeno la prospettiva di un lungo e trionfale viaggio in Europa, dove anche era diventato famoso.