Dopo la notizia diffusa da alcuni ricercatori inglesi, secondo la quale le donne di bassa statura sarebbero più predisposte alla sviluppo di patologie del fegato, forse alcune di esse potrebbero essere tentate di ricorrere alla chirurgia per aumentare le propria altezza. Il sogno, cui finora magari tante di loro hanno cercato di avvicinarsi usando tacchi da capogiro , non sembrerebbe adesso così irrealizzabile dati i progressi della scienza e della medicina in particolare.
Gli interventi di allungamento degli arti, tradizionalmente impiegati in caso di patologie come deformità congenite o danni subiti a seguito di incidenti, possono infatti essere eseguiti anche per ragioni puramente estetiche. Ma siamo proprio sicure di voler vivere tutta la vita con gli arti inferiori legati da una barra di acciaio tenuta da bulloni solo per guadagnare qualche centimetro in più? Lo stesso Robert Rozbruch direttore dell’Istituto per l’allungamento e la ricostruzione degli arti di New York è scettico riguardo l’applicazione di questo tipo di intervento in campo estetico e ne sottolinea la natura delicata e difficile.
Rozbruch afferma infatti che, sebbene il 5-10% delle pazienti che si sottopone a questo tipo di intervento lo faccia per ragioni estetiche, si tratta di un intervento di chirurgia ortopedica e non di chirurgia plastica . E’ quindi molto diverso da una mastoplastica o da una liposuzione, e per questo motivo va svolto solo quando vi sia una reale necessità, nel caso ad esempio che la bassa statura crei problemi fisici e/o psichici alle pazienti. Si tratta infatti di un’operazione decisamente invasiva, delicata e dolorosa che richiede una lunga riabilitazione.
Va poi sottolineato che negli Stati Uniti sottoporsi a questo tipo di intervento è molto doloroso anche per il portafogli, il costo si aggira infatti intorno ai 120000 dollari, e il risultato non permette certamente di raggiungere una statura particolarmente elevata potendo donare solo qualche centimetro in più.